Minaccia di darsi fuoco e aggredisce agente di polizia penitenziaria
Ennesimo episodio di violenza nella Casa circondariale di Como; la rabbia dei sindacalisti dell'Ussp.
Minaccia di darsi fuoco e aggredisce un agente di polizia penitenziaria: nel pomeriggio di ieri, sabato 4 aprile, nella Casa Circondariale di Como si è consumato l’ennesimo episodio di violenza ai danni di alcuni agenti, ma a farne le spese più serie è stato in particolare uno degli uomini intervenuti, che si è dovuto sottoporre alle cure del pronto soccorso per le ferite subite.
Minaccia di darsi fuoco e aggredisce un agente
Il responsabile dell’aggressione è un detenuto comune di origini tunisine, già noto per comportamenti riottosi e irrispettosi delle regole interne. A darne notizia è Andrea Patavina, Responsabile di Como per l’USPP (Unione Sindacati Polizia Penitenziaria). “Durante una normale attività di vigilanza, il personale si è accorto che il soggetto si era completamente cosparso di olio e minacciava di darsi fuoco. Una pretestuoso posizione di protesta. L’intervento del personale per evitare che lo stesso di procurasse danni fisici, anziché far registrare apprezzamento da parte dello stesso, ha generato una reazione scomposta ed esasperata. Si è letteralmente scagliato contro tutti colpendo a destra e a manca, del tutto fuori controllo e senza sentire alcuna ragione o dimostrare un minimo di disponibilità al dialogo”, riporta il sindacalista, aggiungendo: “L’epilogo di questa furia disumana: un paio di agenti tumefatti per i pugni subiti e uno inviato al pronto soccorso con prognosi di 25 giorni per trauma con ferita da taglio al sopracciglio”.
Il commento dell’Ussp
L’Ussp ha espresso solidarietà nei confronti del personale coinvolto a cui ha augurato pronta guarigione. Sull’episodio è intervenuto anche il segretario regionale aggiunto, Giuseppe Cesta, che ha rilanciato rispetto al problema ormai cronico delle aggressioni all’interno delle carceri: “Non basta l’emergenza Covid-19, non bastano le rivolte e le proteste da parte dei detenuti, la maggior parte strumentali. Continuano le aggressioni all’interno degli Istituti Penitenziari. Eventi talmente ordinari ormai che sembra non facciano più notizia. La gestione dei detenuti presso la Casa Circondariale di Como è già critica, ma il livello raggiunto oggi è inaccettabile e urgono interventi seri ed incisivi da parte dell’Amministrazione. Altro che “detenuti preoccupati” per l’emergenza sanitaria. Qui siamo di fronte a soggetti che non hanno rispetto per nessuno, non hanno rispetto per le regole ordinarie, figuriamoci per quelle legate ad eventi straordinari come quello che stiamo vivendo. Individui che disprezzano lo Stato, rappresentato dalla Polizia Penitenziaria, e calpestano i principi costituzionali cui si ispira la detenzione che, viceversa, dovrebbero essere valorizzati”. Non è mancato un commento politico: “E pensare che in questo preciso istante ci sono politici che stanno facendo di tutto per scarcerare migliaia di detenuti, con la “scusa” dell’emergenza sanitaria. Per l’USPP, i detenuti che offendono lo Stato e le sue articolazioni, invece di essere “premiati” dovrebbero scontare la propria pena fino all’ultimo. Ministri e politici in senso lato, anziché arrovellarsi a cercare il modo per liberare soggetti che hanno commesso reati, offendendo le vittime di quei reati, che esercitino le responsabilità che la legge gli attribuisce per dare le giuste tutele agli uomini ed alle donne della Polizia Penitenziaria, da troppo tempo esposti al rischio di rimetterci la salute. In questo periodo si parla di DPI e di inadeguatezza delle misure adottate per prevenire il contagio Covid-19, sono state elencate una serie di difficoltà a reperire i presidi e siamo stati costretti anche ad ascoltare bugie. Ma nessuno si è mai posto il problema della dotazione di Taser alla Polizia Penitenziaria. Mancano anche quelli? Qual è il problema sui Taser? Perché la Polizia Penitenziaria non può esserne dotata? Possibile che la politica rimane così insensibile al problema? Non vorremmo pensare che chi ha in mano questo dilemma stia solo aspettando un fatto grave ed irreversibile per decidere”.