Minacce di morte, botte e strangolamenti: marito violento in carcere
L'ultimo episodio a luglio, quando l'ha svegliata mentre dormiva con una figlia, afferrandola per le braccia per trascinarla in soggiorno e colpirla con una scarica di schiaffi al volto
La Polizia di Stato del Commissariato di P.S. di Gallarate ha dato esecuzione all'ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere emessa dal Tribunale di Busto Arsizio nei confronti di un uomo resosi responsabile dei reati di lesioni e maltrattamenti in famiglia aggravati.
Vita coniugale tra minacce di morte, botte e strangolamenti
A seguito di una meticolosa attività investigativa, gli agenti hanno rintracciato e arrestato un quarantunenne albanese residente in città il quale, a partire dal 2015, probabilmente a causa della sua ingiustificata gelosia, addirittura in presenza dei suoi figli minori, ha continuato ad infliggere alla moglie condotte vessatorie, prevaricatrici e violente.
La donna è stata costretta a subire, per sette lunghi anni e da un marito che rincasava spesso ubriaco, insulti, minacce di morte e aggressioni fisiche che, in alcune circostanze, le hanno causato lesioni tali da costringerla a rivolgersi al pronto soccorso per ricevere le necessarie cure mediche.
La possessività dell'uomo ed il sospetto di presunte relazioni extra coniugali della consorte hanno ingiustificatamente indotto l'uomo a vessarla ripetutamente con minacce di morte, con ripetuti ed osceni insulti, arrivando fino a malmenarla con schiaffi, tentativi di strangolamenti e scagliandole addosso gli oggetti che trovava in casa; come quando lanciandole un bicchiere la feriva alla mano, lasciandole una evidente cicatrice.
L'ultima violenza e la denuncia
Nel 2019, addirittura, brandendo un coltello, ha minacciato di ucciderla e poi di suicidarsi. Nell'ultimo episodio di violenza risalente al luglio scorso, l'uomo, mentre i due bambini dormivano in un'altra stanza, ha svegliato la donna che stava dormendo insieme ad un'altra figlia, l'ha afferrata per le braccia, l'ha trascinata in soggiorno dove, accecato dalla rabbia e in preda ai fumi dell'alcol, l'ha colpita più volte con schiaffi al volto insultandola in lingua albanese con epiteti irripetibili.
Appresa la vicenda nel luglio scorso, quando la donna esasperata dalle continue vessazioni fisiche e psicologiche ha deciso di rivolgersi al Commissariato, gli agenti, coordinati dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio, dopo aver immediatamente assicurato la sua incolumità e quella e dei propri figli, hanno ricostruito ogni singola sfaccettatura delle violenze subite, fornendo al G.I.P. un quadro indiziario grave, preciso e concordante, che unito al pericolo di inquinamento probatorio e di reiterazione del reato, hanno portato all'emissione del provvedimento restrittivo che ha assicurato l'uomo al carcere di Busto Arsizio.