Gorla-Lomazzo

Maxi-piantagione di marijuana in un capannone di Gorla: 627 piantine trovate dall'Arma

Il raccolto, destinato a rifornire la Bassa Comasca, avrebbe potuto fruttare ai due centinaia di migliaia di euro. In manette un 30enne di Lomazzo e un 33enne di Varese

Maxi-piantagione di marijuana in un capannone di Gorla: 627 piantine trovate dall'Arma
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Maxi-piantagione di marijuana, 627 piantine coltivate in un capannone di Gorla Maggiore: arrestati un 30enne di Lomazzo e un 33enne di Varese.

Maxi-piantagione di marijuana a Gorla Maggiore

I militari della Stazione Carabinieri di Lomazzo, all’esito di una specifica attività info-investigativa, hanno tratto in arresto due persone, D.D.A., classe '91 di Lomazzo e L.C.G., classe '88 di Varese, responsabili del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, rivenendo altresì un’autentica piantagione di marijuana per complessive 627 piante.

Il provvedimento pre-cautelare è stato eseguito a Gorla Maggiore dove, a seguito di prolungati (e ripetuti, essendo stati svolti nel corso delle ultime settimane) servizi di osservazione e pedinamento, iniziati nel territorio di residenza di uno due arrestati (Lomazzo), i due sono stati trovati in un capannone industriale all’interno del quale sono state rinvenute 627 piante all’interno dell'edificio, dov'erano state allestite 5 serre. Non si trattava di una piantagione "amatoriale" e non solo per il numero di piante coltivate, visto l'impiego di appositi teloni, lampade riscaldanti, ventilatori, umidificatori e sistemi di corretta tenuta.

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Un business da centinaia di migliaia di euro

I due infatti  si sono dunque dedicati a far sì che le piante crescessero rigogliose e consentissero di raccogliere sostanza stupefacente che sarebbe stata destinata a rifornire i territori della “bassa comasca”. Un busines, che avrebbe fruttato, qualora non fossero stati scoperti, centinaia di migliaia di euro.

Una prima indicazione sia dell'attività di spaccio sia del volume degli affari è stata fornita anche dalle perquisizioni domiciliari effettuate nelle abitazioni dei due rei: in una di queste sono stati sequestrati ben 17mila euro ritenuti un “piccolo” e parziale provento dell’attività illecita.

L’operazione si inquadra nel dispositivo di contrasto dispiegato sul territorio da parte della Compagnia di Cantù e volto alla repressione di tutte quelle condotte delittuose connesse con lo spaccio di sostanze stupefacenti.

I due arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati associati presso la casa circondariale di Busto Arsizio a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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