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L'ultimo saluto di Bollate a Omar Bassi, il 23enne morto per cause ancora sconosciute

Si terranno stamattina, lunedì, alle 11, nella chiesa di Sant'Antonio Abate in via Cesare Battisti a Cascina del Sole di Bollate

L'ultimo saluto di Bollate a Omar Bassi, il 23enne morto per cause ancora sconosciute
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Si terranno stamattina, lunedì, alle 11, nella chiesa di Sant'Antonio Abate in via Cesare Battisti a Cascina del Sole di Bollate i funerali di Omar Bassi, il giovane di 23 anni, morto per cause ancora sconosciute mentre era in vacanza in Calabria con la famiglia.

Un ragazzo solare e gentile

Un ragazzo solare e gentile, con tanti amici che ora piangono per la sua scomparsa. Aveva solo 23 anni Omar Bassi, venuto a mancare lunedì mattina all’ospedale di Reggio Calabria, dove era stato trasportato dopo un malore. Classe 2000, da bambino Omar e la famiglia si erano trasferiti da Baranzate a Bollate e dal 2011 abitava a Cascina del Sole, dove aveva frequentato le scuole medie, dopo che per qualche anno aveva abitato in zona Madonna della Campagna.

I familiari sospettano che la morte possa essere legate a un episodio avvenuto il 20 luglio scorso in una discoteca di Origgio

Una scomparsa che appare improvvisa, con un malore avvertito domenica mattina. Mentre stava facendo una doccia il ragazzo ha accusato un forte dolore alla testa. Trasportato prima a Locri e poi a Reggio Calabria per un intervento, i medici hanno dichiarato la morte cerebrale domenica sera e lunedì mattina il definitivo decesso. I familiari però vogliono vederci chiaro. Secondo loro le cause sono da registrare in base a quanto accaduto la sera del 20 luglio dentro e fuori una discoteca. A dare spiegazioni è Michelle Sala, cugina di Omar, presente quella sera. «Ci trovavamo ad Origgio, al Dolce Beach - racconta - Eravamo lì per un compleanno, quasi tutti parenti. Ad un certo punto le persone sedute al tavolo vicino al nostro hanno iniziato a bisticciare. Thomas, fratello più piccolo di Omar, è restato a guardare la scena e un ragazzo si è messo a discutere con lui». A quel punto l’intervento degli uomini della sicurezza: «Hanno tirato un pugno a Thomas, che ha perso i sensi. Omar quindi è intervenuto. Ha sferrato un pugno a un addetto, che è poi caduto. A quel punto è stato circondato e massacrato. Erano almeno in cinque contro di lui e gli altri ci impedivano di intervenire». Non sono state chiamate le forze dell’ordine. Sul posto sono poi arrivati anche i genitori del ragazzo, che hanno accompagnato lui, il fratello e altri amici e familiari all’ospedale Sacco.. «Dopo oltre due ore di attesa senza visite, siamo tornati a casa», spiega la cugina.
Due giorni dopo, Thomas e Omar sono stati poi portati all’ospedale di Garbagnate dalla madre. Dal foglio delle dimissioni si legge che il ragazzo «spiega di avere cefalea e nausea e presenta escoriazioni al viso e al labbro inferiore. Non ha segni evidenti di traumi al costato, ma lamenta dolore». Dopo una Tac encefalo «non sembrano evidenziarsi lesioni emorragiche intra o extraparenchimali in sede sovra e sottotentoriale. Il sistema ventricolare non è dilatato, le strutture mediane in asse». Viene dunque dimesso con una prognosi di tre giorni e l'indicazione di una «rivalutazione a distanza al persistere della sintomatologia».

Omar dopo le visite in ospedale era partito per i male dove ha accusato il malore

I giorni passano e Omar decide di partire per il mare con amici e familiari un paio di giorni prima del malore accusato in doccia. Da lì in poi la tragedia, che ha sconvolto familiari ed amici. E tutti ora intendono vederci chiaro. Toccherà adesso all'autopsia chiarire con certezza il collegamento tra quanto accaduto la sera del 20 luglio e la morte di Omar.

L'autopsia sul corpo di Omar effettuata a Reggio Calabria

Prima di consegnare la salma del giovane alla famiglia per poter effettuare il funerale  nel capoluogo calabrese si è svolta l’autopsia sul corpo del ragazzo per chiarire le cause del decesso. Prima dell'autopsia, dopo l'autorizzazione del genitori è stato effettuato l'espianto degli organi che hanno ridato speranza a 11 persone in attesa di riceverli.

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