Ludopatia, attivo anche al SerT di Tradate il servizio per uscire dal tunnel del gioco
Complessivamente oltre un migliaio di varesini si è rivolto al servizio dell'Asst Sette Laghi, che ora verrà concentrato su Tradate
Superata la fase acuta dell’emergenza Covid il Servizio di Prevenzione e Cura delle Dipendenze (SerD) dell’ASST Sette Laghi inaugura la Fase 2 presentando un nuovo servizio. Dal 22 giugno è infatti operativo presso il SerT di Tradate il Progetto GAP per la cura del disturbo da gioco d’azzardo patologico.
Ludopatia, la lotta passa da Tradate
Il servizio si avvale della disponibilità di un'educatrice professionale e di una psicologa, opzionate mediante convenzione con la Cooperativa Solidarietà e Servizi, nonché di un Dirigente Medico individuato tra il personale del SerD. L’ambulatorio del “Progetto GAP” presso la Sede SerT di Tradate, così come quello per il trattamento del tabagismo operativo presso il SerT di Arcisate diventerà riferimento unico per tutto il territorio della ASST Sette Laghi anche se temporaneamente sarà ancora possibile per situazioni particolari rivolgersi ai SerT di Arcisate, Cittiglio e Varese.
"Dipendenza peggiorata durante il lockdown spostandosi nelle case"
Il lockdown ha peggiorato una situazione già preoccupante. Mentre chi vive altre dipendenze come quelle da sostanze, ha faticato a rifornirsi, chi soffriva di ludopatia è passato dalle sale slot al computer da casa. Giocare d'azzardo così è diventato più facile ed essendo la perdita di denaro "virtuale" capire quanto si stia perdendo molto più difficile.
"I disturbi sono diventati così più severi perché da casa si può restare connessi anche h24 e contemporaneamente meno rilevabili e quindi curabili - spiega il dottor Claudio Tosetto, Responsabile del Servizio Prevenzione e Cura delle Dipendenze –Dai dati in nostro possesso il fenomeno delle ludopatie coinvolge decine di migliaia di persone per un giro d’affari che nel solo territorio dell’ASST Sette Laghi ha superato i 570 milioni di euro nel 2018. Complessivamente sono un migliaio i varesini che hanno chiesto di farsi curare per ludopatia. Nel 2019 i Sert dell’azienda hanno seguito un centinaio di pazienti coinvolgendo sempre le loro famiglie. Si tratta – prosegue Tosetto - una vera e propria piaga sociale che comporta spesso perdite economiche rilevantissime, crisi familiari e tentativi di suicidio".
L'identikit del giocatore medio
Difficile tracciare un "profilo" del giocatore d'azzardo patologico che, al pari delle altre dipendenze, è senza dubbio "democratico": non c'è distinzione di ceto o stato sociale. La maggior parte sono uomini (il 65%), e le donne sembra inizino a giocare più tardi e generalmente dopo i 30 anni. Negli uomini poi la dipendenza dal gioco si associa ad altre, come l'assunzione di alcolici o stupefacenti. Un "mix" che spesso li porta a procurarsi il denaro necessario a giocare tramite attività illegali.
Come contattare la struttura
In questo momento non è ancora possibile accedere fisicamente alle strutture dei SerT se non dietro appuntamento. I giocatori patologici e i loro familiari che volessero chiedere aiuto al Progetto GAP devono dunque telefonare (dalle 8.00 alle 14.00) o contattare via mail il Servizio Dipendenze presso la sede di Varese (tel. 0332 277410-1, mail: sert.varese@asst-settelaghi.it) oppure direttamente a Tradate (tel. 0331 811524, mail: sert.tradate@asst-settelaghi.it). Il colloquio di orientamento verrà fissato entro sette giorni dal primo contatto.
Al settembre via alla prevenzione
A settembre riprenderanno poi gli interventi di sensibilizzazione e prevenzione sulla dipendenza dal gioco d’azzardo rivolti al personale dei presidi ospedalieri della ASST Sette Laghi iniziati un anno fa con la somministrazione di un questionario on-line a cui è seguito un seminario di formazione con la partecipazione di un centinaio di operatori. Il piano degli interventi di sensibilizzazione e prevenzione si è forzatamente interrotto a causa del lock-down ma ora gli operatori del gruppo di lavoro “Prevenzione & Comunicazione” stanno riprogrammando e ridefinendo la metodologia operativa degli interventi previsti (parte in presenza e parte mediante strategie digitali che utilizzano i social network) così da poter riprendere gli interventi subito dopo l’estate.