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L'annuncio del Presidente Conte: "Chiudiamo tutto il non essenziale"

"Rallentiamo il Paese, non lo fermiamo". Motore al minimo, sperando di superare in fretta l'emergenza

L'annuncio del Presidente Conte: "Chiudiamo tutto il non essenziale"
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Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa ha annunciato la chiusura di tutte le attività produttive non essenziali.

L'Italia chiude per coronavirus

"Oggi abbiamo deciso di fare un nuovo passo. Chiudere nell'intero territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria a garantirci i beni essenziali".

Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte poco dopo le 23 di oggi, sabato 21 marzo, ha annunciato al decisione di arrivare al "lockdown", e questa volta pressoché totale. Una decisione arrivata dopo due giorni di dati pesanti, pesantissimi dal fronte della guerra al coronavirus, con decessi e contagi che sono cresciuti in una misura imprevista dal comitato scientifico che sta supportando il governo in quest'emergenza.

"Questi decessi - ha spiegato Conte - per noi, per i valori con cui siamo cresciuti, non sono semplici numeri. Sono volti e storie di famiglie che hanno perso i loro affetti più cari".

E sebbene, come aveva dichiarato l'11 marzo annunciando l'ultimo decreto, "le misure adottate chiedono tempo per dare effetti", si è scelto di compiere un altro, forte, giro di vite.

"Rallentiamo il Paese, non lo fermiamo"

Una misura necessaria per contenere il contagio, ma che rischia anche di avere costi enormi una volta superata l'epidemia.

"Rallentiamo ma non fermiamo il motore produttivo del Paese - ha cercato di rassicurare il Presidente del Consiglio - Si tratta di una decisione non facile ma che ci predispone ad affrontare la fase più acuta, ed è necessaria oggi per contenere il più possibile l'epidemia. Come avevamo previsto l'emergenza sanitaria si sta tramutando in emergenza economica. Ma a tutti dico che lo Stato c'è".

Insomma, il peggio deve ancora arrivare, contrariamente alle speranze (e alle previsioni) di veder presto i nuovi contagi, e soprattutto i morti, calare nei report giornalieri. E per cercare di "attutire" la crisi economica già in corso, Conte ha anticipato che

"il Governo interverrà con misure straordinarie che ci consentiranno di rialzare la testa e ripartire. La comunità deve ora stringersi forte come una catena a protezione della vita. Nessun anello deve venire meno. Quelle rinunce che oggi sembrano un passo indietro consentiranno domani di prendere la rincorsa e tornare nelle piazze, nelle fabbriche e negli uffici, tra le braccia di parenti e amici. non rinunciamo al coraggio e alla speranza nel futuro, uniti ce la faremo".

Chi chiude e chi no

L'elenco completo delle attività chiuse e aperte sarà allegato al decreto, ancora non pubblicato. Conte però ne ha elencate diverse, spiegando di aver stilato una lista completa insieme alle associazioni di categoria e alle parti sociali, indicando le filiere produttive e le aziende erogatrici e produttrici di servizi necessari per il funzionamento dello Stato.

Saranno aperti tutti i supermercati, senza l'imposizione di riduzioni orarie, i negozi alimentari e di beni di prima necessità. Aperte anche le farmacie, le parafarmacie, i servizi bancari, postali, assicurativi e finanziari. Garantiti anche i servizi pubblici essenziali come i trasporti, e tutte le attività "connesse, accessorie e funzionali a quelle necessarie".

"Al di fuori di queste categorie - ha poi precisato - consentiremo solo il lavoro in smart working e le attività produttive ritenute rilevanti per la produzione nazionale".

RIVEDI QUI LA CONFERENZA STAMPA DI GIUSEPPE CONTE:

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