L'addio di Tradate e dell'Fc a Ciro Noto: "Era un punto di riferimento"
Era stato ricoverato a inizio febbraio a causa di una grave polmonite scatenata dal Covid
Da oltre 15 anni segretario dell'Fc Tradate, autista volontario dell'AmicoBus e colonna portante del calcio tradatese, Ciro Noto si è spento nei giorni scorsi dopo due mesi di lotta contro una polmonite scatenata dal Covid.
L'addio di Tradate a Ciro Noto
Un centinaio tra famigliari, amici, giocatori e dirigenti dell'Fc Tradate ieri hanno voluto dare l'ultimo saluto al "segretario gentile" Ciro Noto. Il 67enne è deceduto nei giorni scorsi in ospedale, dov'era ricoverato in terapia intensiva dopo aver contratto il Covid. Quello che a inizio febbraio si sperava fosse un "arrivederci" si è rivelato purtroppo un addio.
Due mesi col fiato sospeso, in cui Noto era riuscito comunque a rasserenare con la pacatezza e tranquillità che lo hanno sempre contraddistinto.
"Abbiamo sperato fino all’ultimo in un continuo valzer di notizie angoscianti e di fiduciose aspettative. – ricorda Luca Noto, uno dei tre figli dalle pagine de La Settimana di Saronno– Settimana scorsa i medici avevano diminuito la sedazione e sembrava che il suo fisico stesse reagendo bene, poi però l’aggravamento, le emorragie e la tragica notizia di mercoledì, papà non ce l’ha fatta, lui che aveva vinto tante battaglie nella vita salvandosi e riprendersi anche da quel brutto incidente in autostrada di tre anni fa a Milano".
Il ricordo dell'Fc Tradate
La sua grande passione è sempre stata il calcio, anche se dopo la gioventù l'ha sempre vissuta fuori dal campo, da tifoso del Napoli e poi all'interno del suo secondo amore calcistico, l'Fc Tradate, dove era sempre impegnato ad accompagnare i giovani calciatori nelle trasferte e a curare la società come segretario. Ad avvicinarlo ai colori tradatesi l'amico e presidente Rosario Tramontana. "Era più di un amico, era un fratello – chiosa ancora scosso – Entrambi siamo stati ricoverati per Covid, io però dopo pochi giorni sono stato dimesso. Ero in contatto quotidiano con sua sorella che mi aggiornava sul suo stato di salute, ma ho sempre sperato che potesse sconfiggere il virus. Non trovo le parole per esprimere il mio dolore e la riconoscenza per quanto Ciro ha fatto per me e per la nostra società".
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