Jessica è tornata a casa dopo 18 mesi di ricovero
La strada da percorrere è ancora lunga e ogni aiuto è prezioso.
Jessica Di Ciommo è tornata a casa dopo 18 mesi di ricovero.
Jessica Di Ciommo di nuovo a casa 18 mesi dopo l'emorragia cerebrale
Colpita da emorragia cerebrale l’1 giugno 2020, la 28enne, nata a Legnano ma residente a Uboldo, diplomata in Economia aziendale a Saronno, ha concluso il proprio percorso riabilitativo a carico del Sistema sanitario nazionale e ora proseguirà la propria battaglia accanto alle persone che più la amano e che lei ama.
«La strada da percorrere è ancora lunga, ne siamo consapevoli, ma siamo pronti ad affrontarla insieme, un passo alla volta» dice la mamma Gabriella Demurtas, che in questi 18 mesi è stata accanto a Jessica giorno e notte e che non si è mai persa d’animo, perché sa che sua figlia, pur non potendo parlare ed esternare le proprie emozioni, «sente» i suoi stati d’animo: «So che anche nella migliore delle ipotesi Jessica non tornerà più quella di prima, ma i medici mi hanno sempre spronato a non perdere la speranza, perché altrimenti non potrei esserle di aiuto. Sento la responsabilità di essere solida, di non lasciarmi andare alla disperazione, anche se accudire una figlia in queste condizioni è contro natura».
La strada da percorrere è ancora lunga e ogni aiuto è prezioso
Nessuno può dire quante probabilità di recupero abbia la giovane, che si trova tuttora in stato di minima coscienza; quello che conta è non fermarsi: «Jessica deve assolutamente continuare la fisioterapia e la logopedia e, stando con i piedi ben piantati per terra, vogliamo intraprendere tutte le strade possibili nella speranza di una ripresa» dice ancora la mamma.
Con questo spirito, lo scorso anno la famiglia ha lanciato una raccolta fondi per affrontare tutte le spese riabilitative: le donazioni, che possono essere effettuate su Gofundme all’indirizzo web https://www.gofundme.com/f/un-sorriso-per-jessica, finora sono arrivate a quota 23mila euro. «Dal momento che la Ats ci supporterà solamente con due sedute di fisioterapia alla settimana, noi daremo un senso alla generosità di quanti si sono dimostrati sensibili al nostro appello utilizzando i fondi raccolti per far venire il fisioterapista tutti i giorni e per garantire a Jessica sedute giornaliere con il logopedista, in modo da stimolare in ogni modo possibile la sua ripresa».
Ora più che mai, il sogno di vedere il viso della giovane riaccendersi in un sorriso è legato giocoforza alla solidarietà. «Ringraziamo ancora una volta tutti quelli che ci hanno aiutato e chiediamo loro di divulgare ancora una volta il nostro appello, perché abbiamo bisogno di tutto il supporto possibile» prosegue Gabriella.
«Ci aspettano impegno, pazienza e coraggio: negli occhi di Jessica c'è forza»
Jessica è tornata a casa mercoledì 22 dicembre, dopo un lungo ricovero all’Humanitas di Castellanza (dov’era stata trasferita a metà ottobre dall’Istituto clinico Quarenghi di San Pellegrino Terme, in provincia di Bergamo, che era stato la sua casa per nove mesi). «Ci aspettano impegno, pazienza e tanto coraggio e Jessica dovrà metterci tutta la sua forza, quella che l’ha sempre contraddistinta e che tuttora vediamo nei suoi occhi e percepiamo nonostante i suoi silenzi - dichiara la madre - Noi saremo sempre al suo fianco in attesa di quel sorriso che ci auguriamo possa regalarci presto ed è questo il proposito per questo 2022 che ha visto la nostra casa illuminarsi con il suo ritorno».
«Non ci abbandona mai la speranza che possa riavere una vita dignitosa»
Per la famiglia Di Ciommo le festività appena trascorse sono state dense di emozioni: la gioia di riabbracciare finalmente Jessica, di riaverla con sé, ma anche la fatica di dover provvedere autonomamente ad accudirla.
«Talvolta le forze ci abbandonano, ma mai la speranza di vedere Jessica percorrere questo cammino a piccoli passi fino a una vita dignitosa come sempre ci siamo augurati - continua Gabriella - Ci auguriamo che per Jessica tornare nella casa dove è nata e cresciuta possa essere uno stimolo ulteriore, in quanto da troppo tempo le rigide regole anti Covid delle strutture dove è stata ricoverata le hanno impedito di avere accanto tutte le persone che ama. I primi giorni è stata dura, ora ci stiamo organizzando. Le sedute di fisioterapia fornite dall’Ats inizieranno solo lunedì, in questi venti giorni ci siamo rivolti al privato per non perdere i progressi fatti finora. All’Istituto Quarenghi Jessica faceva fisioterapia sei giorni su sette, dal lunedì al sabato e noi vorremmo garantirle la stessa assistenza: considerato che il Sistema sanitario nazionale ci passerà due sedute alla settimana, ci siamo attivati per trovare professionisti capaci disposti a venire nei giorni scoperti. Lo stesso per la logopedia: in clinica la faceva tre volte alla settimana, per ora l’Ats non ci fornirà nulla».
«Il ritorno a casa è stato una grande gioia per tutti noi, in primis per Jessica»
Finora la mamma di Jessica ha potuto contare sul prezioso aiuto di una cugina e della cognata che, approfittando delle ferie di fine anno, si sono messe a disposizione. «La vera normalità inizierà da lunedì - spiega Gabriella - Per me sarà una sfida riuscire ad accudire al meglio mia figlia (che va lavata, cambiata, alimentata, girata nel letto anche di notte, ma soprattutto stimolata in tutti i modi... richiede un’attenzione h24), a stare dietro alla casa, almeno per il minimo indispensabile, e a gestire tutte le sedute di fisioterapia e logopedia. Anche perché durante la giornata sono sola: mio marito Antonio esce alle 7 per andare al lavoro e torna alle 17.30, mio figlio Davide ha un’attività di parrucchiere che lo impegna moltissimo. Senza contare che ultimamente è sopraggiunto un problema alle ginocchia, che Jessica non riesce più a piegare bene: bisognerà capire se è dovuto alla rigidità muscolare (che si era già presentato nei mesi scorsi e per il quale la giovane è stata sottoposta a un intervento chirurgico per l’installazione della pompa di Bacoflene, un miorilassante ad azione centrale utilizzato nel trattamento della spasticità) o ai tendini. Non nego che a volte ho paura di non farcela. Ma da quel terribile 1 giugno abbiamo imparato ad affrontare la vita giorno per giorno. Il ritorno a casa è stato una grande gioia per tutti noi, in primis per Jessica».
«È la sua determinazione che ci aiuta a non arrenderci mai»
La giovane capisce tutto ciò che le si dice e la sua mano destra è l’unico strumento di comunicazione con i famigliari: il suo pugno chiuso a evidenziare un «no» e il suo pollice alzato a sottolineare un sì sono tutto ciò che al momento consente ai suoi cari di mantenere un filo con lei. «Le ho chiesto se è contenta di essere di nuovo a casa e ha alzato il pollice, la vedo tranquilla e serena - conclude Gabriella - E questo è quello che conta di più. Nei suoi occhi cogliamo una determinazione che ci aiuta a non arrenderci mai. È da lei che traiamo la nostra forza».