Il corpo lasciato per 4 ore sull'asfalto. Lo sfogo di Facchinetti: "Siamo al tempo delle bestie"
Il corpo si trovava in un punto al confine fra le province di Como, Varese e Milano. Sono servite 4 ore per capire a chi "spettasse" recuperarlo
Il cantante Francesco Facchinetti raccoglie la rabbia di tanti sconvolti da quanto accaduto ieri sulla Provinciale 31bis, fra Rovello e Saronno: non solo la morte, tragica, del 30enne Michele Garruto ma l'assurdità di aver lasciato il corpo senza vita per quattro ore sull'asfalto per un cavillo burocratico.
Lasciato per ore sotto l'asfalto per un cavillo burocratico
Per quattro ore ieri il corpo di Michele Garruto è rimasto sotto l'asfalto, nel punto dove aveva pero la vita nell'incidente fra la sua moto e un camioncino, sotto al telo termico. Quattro ore perchè non si riusciva a capire chi dovesse recuperare e custodire la salma: il luogo dell'incidente infatti si trova sul confine fra le province di Como, Varese e Milano, e dunque sul confine di competenze territoriali diverse, anche per i soccorsi.
Un assurdo burocratico. L'incidente è avvenuto pochi minuti dopo le 13, e come ha sottolineato anche il consigliere regionale Marco Colombo, "L’impasse della competenza territoriale si è risolto solo poco prima delle 17".
Facchinetti: "E' il tempo delle bestie"
Quanto successo ha comprensibilmente scandalizzato tutti. E anche Francesco Facchinetti, amico del fratello di Garruto, che ha affidato il proprio sfogo e il proprio appello alle autorità ad Instagram:
"Ieri purtroppo è morto il fratello di un mio amico, per un tragico incidente in moto su strada provinciale nei pressi di Saronno. E per un cavillo burocratico la salma è rimasta sull’asfalto dalle 12 alle 17, per cinque ore davanti ai famigliari. La salma si trovava in una zona di confine fra le province di Milano, Como e Varese e non sapevano qual era l’ambulanza di competenza per prenderla. Adesso la salma è a Busto Arsizio sotto sequestro, quindi il mio amico e i suoi genitori non possono neanche vederla fino a lunedì.
In che paese siamo? Un paese che ci obbliga a dare più del 50% di quello che guadagniamo e non ci tutela in nessun modo, che per un vacillo burocratico lascia un morto sull’asfalto per 5 ore e fa in modo che i famigliari non possano vedere la salma perché sotto sequestro. Siamo arrivati al tempo delle bestie. Spero che le autorità competenti sentano questo appello, e possano far vedere la salma al mio amico e ai suoi parenti".