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Il caso Gianetti Ruote approda alla Commissione Europea

Nel documento il riferimento a tre anni fa, quando la Commissione Europea approvò l'acquisizione di Mefro Wheels

Il caso Gianetti Ruote approda alla Commissione Europea
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Il caso Gianetti Ruote approda alla Commissione Europea. Dopo il sostegno dimostrato dalla politica locale, presente in massa all'ultimo Consiglio Comunale di Ceriano Laghetto tenutosi proprio nel parcheggio dello stabilimento, un altro passo per cercare di salvare il lavoro di 152 operai. In precedenza anche Regione Lombardia e Governo avevano dimostrato di impegnarsi per provare a cercare una soluzione. Al momento, però, continua il presidio dei dipendenti e la situazione non sembra schiarirsi.

 

Il caso Gianetti Ruote approda alla Commissione Europea

Il caso Gianetti Ruote approda a Bruxelles e arriva sui tavoli della Commissione Europea. Lo aveva annunciato Gigi Ponti, consigliere regionale del PD, settimana scorsa durante il Consiglio comunale aperto di Ceriano Laghetto davanti ai cancelli della fabbrica. Ponti aveva fatto riferimento all'azione che l'europarlamentare PD Patrizia Toia, insieme ad altri colleghi, aveva intrapreso. Ora, la lettera indirizzata a Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva della Commissione e Thierry Breton, Commissario al Mercato interno.

Nel documento, sottoscritto da diversi parlamentari italiani, il riferimento alla precedente vicenda di tre anni fa, quando la Commissione Europea approvò l'acquisizione di Mefro Wheels da parte di Accuride a condizione che quest'ultima cedesse la Gianetti Ruote a un altro compratore. Questo per rispettare la regola europea sulla concorrenza nel mercato unico, garantendo la presenza di almeno tre aziende di ruote in acciaio.
La chiusura della Gianetti, fanno presente i firmatari della lettera, creerà di fatto, oltre al problema occupazionale e sociale, quel duopolio che la Commissione aveva voluto evitare tre anni fa. Da qui, la richiesta di intervento alla Commissione per affiancare il Governo italiano nella gestione di questa crisi industriale che porta con sé un fallimento delle regole di concorrenza sul mercato unico.

 

Il presidio dura da più di un mese

Nel frattempo continua il presidio dei 152 lavoratori. Licenziati attraverso una mail, che comunicava di fatto la prossima chiusura del sito cerianese, i dipendenti hanno cominciato a stazionare stabilmente davanti all'azienda. Ricevendo, nel corso di questo lungo mese, tanti attestati di solidarietà dalla politica locale, dalle istituzioni e anche dalle altre aziende.

La risposta, al momento, è sempre stata una fumata nera da parte del fondo che gestisce l'azienda. Che, nei vari tavoli in Regione Lombardia e al MiSe ha sempre portato avanti la sua linea di pensiero, ovvero quella di chiudere il sito di Ceriano Laghetto. Al momento è da più di un mese che i lavoratori sono stabilmente nel parcheggio al di fuori dell'azienda. Con l'azienda di fatto inattiva, nell'ultima settimana sono stati segnalati anche problemi legati all'emergenza ambientale per uno scolo nel torrente Cisnara. Dopo la segnalazione, è intervenuta Arpa, che sta effettuando le rilevazioni del caso.

 

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