Grave insulto razzista durante la partita di basket

L'episodio è avvenuto durante il match tra Canegrate e Villasanta ai danni di una 17enne di colore che milita nella squadra femminile ospite.

Grave insulto razzista durante la partita di basket
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«Negra di m….».  Insulto razzista contro una giocatrice 17enne di colore che milita nella squadra di basket femminile «Team 86» di Villasanta. Incredibile e al tempo stesso sconcertante quello che è accaduto domenica pomeriggio, 17 marzo 2019, sul parquet di Legnano che ha ospitato la partita valida per il campionato di Serie B tra i padroni di casa del «Basket Canegrate» e il «Team86 Villasanta».

Il grave insulto a fine partita

Il grave insulto razzista è avvenuto al termine della partita quando una giocatrice del «Basket Canegrate» si è avvicinata alla sua avversaria del team villasantese e l’ha apostrofata dicendole «Negra di m….».

Un insulto grave e gratuito che è avvenuto, dicevamo, al termine di una partita vinta dal «Team 86» per 61 a 34. Ma in questo caso il risultato non conta e non c’è nulla da festeggiare perché c’è un unico sconfitto: lo sport.

La reazione del “Team86” sulla pagina Facebook della società

“Ci sono cose che non dovrebbero essere ascoltate, ci sono cose non dovrebbero essere pronunciate, ci sono cose che non dovrebbero esistere. Ogni domenica si entra nei palazzetti tutti accomunati dalla stessa passione, dalla stessa voglia di giocare e di assistere allo sport “più bello del mondo”. Le parole ascoltate stasera rivolte alla nostra giocatrice non sono ammissibili. L’unica diversità che si è vista in campo non era nel colore della pelle, ma nell’educazione, nell’intelligenza e nella capacità di condividere l’amore per lo sport. Non esistono giustificazioni per le parole pronunciate e questo gesto non può passare inosservato. Certe cose non devono esistere”.

 La dura condanna del presidente Locati

Dura la condanna da parte di Maurizio Locati, presidente del Team 86: “L’episodio è accaduto al termine della partita e si tratta di un insulto grave perché lo sport dovrebbe aggregare e non dividere”.

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