Furti e truffe finanziarie, la Finanza di Busto gli sequestra beni per 2,4 milioni di euro
La Finanza ha sequestrato in totale tre ville, 2 cascinali, 9 appartamenti, 2 terreni e 5 box, ma anche 1 dipinto e 2 orologi di pregio
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Quattro serbi residenti da tempo in Italia avevano accumulato quasi 2 milioni e mezzo di euro grazie a furti e truffe finanziarie. Nel 2017 alcuni erano già stati arrestati.
Furti e truffe finanziarie, anche internazionali
Tre ville e 2 cascinali, 9 appartamenti, 2 terreni e 5 box, ma anche 1 dipinto e 2 orologi di pregio: questi i beni che la Guardia di Finanza di Busto Arsizio su disposizione dell’Autorità Giudiziaria ha sequestrato, nonostante il periodo di pandemia, a quattro cittadini serbi residenti o domiciliati in Italia abitualmente dediti alla commissione di reati contro il patrimonio come furti e truffe, in alcuni casi collegati ad operazioni fraudolente di cambio valuta, realizzate in più Stati attraverso la consegna agli ignari clienti/vittime di banconote contraffatte e con tanto di scritta "fac simile". Sequestri che hanno colpito le proprietà acquistate e accumulate grazie ad anni di proventi illeciti da parte di un 48enne domiciliato a Busto Arsizio (VA), una 45enne domiciliata a Castellanza (VA), un 37enne di Melzo (MI) e un 33enne residente a
Pieve Fissiraga (LO), imparentati tra loro e da tempo stabilitisi in Italia.
Nel 2017 già al centro dell'operazione "La Stangata"
Per alcuni di loro nel settembre 2017 erano già scattate le ordinanze di custodia cautelare nell’ambito dell’operazione "La Stangata" condotta sempre dalle Fiamme Gialle bustocche nei confronti di una nutrita associazione a delinquere composta da soggetti di etnia serba, sistematicamente dedita alla commissione di furti seriali, secondo la modalità definita "rip-deal" attraverso fraudolenti cambi di valuta realizzati utilizzando il sistema di intermediazione creditizia denominato "hawala" (in arabo "trasferimento"). Già quella volta oltre agli arresti scattarono i sequestri di beni e denaro per 725mila euro.
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"La Stangata Continua"
A conclusione delle indagini penali, grazie alla meticolosa ricostruzione della biografia criminale di ciascun indagato, ha preso corpo l’operazione “La Stangata Continua": per oltre due anni i finanzieri di Busto hanno proseguito con approfondite indagini patrimoniali sul conto degli indagati e delle persone loro collegate, applicando il Codice Antimafia nella parte relativa alle misure di prevenzione patrimoniale riservate alle persone ritenute socialmente pericolose, connotate da un'evidente sproporzione tra i beni posseduti (anche se intestati a incensurati prestanome) ed i redditi dichiarati dal nucleo familiare.
Individuando anche i prestanome a cui i beni erano stati formalmente intestati per eludere la confisca, è stato così possibile avanzare alle Procure della Repubblica di Busto Arsizio, Milano e Lodi le richieste di applicazione di misure di prevenzione patrimoniali che sono state accolte dalla Sezione Autonoma Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano.
I sequestri
L’intero patrimonio sequestrato, dislocato tra i comuni di Busto Arsizio, Castellanza, Lonate Pozzolo, Monza (MB), Corno Giovine (LO), Pieve Fissiraga (PV) e Champorcher (AO), è passato ora nella gestione degli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale di Milano in attesa della definitiva confisca e, dunque, del passaggio all’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata che, quando le sentenze di confisca diventeranno definitive (alcune già pronunciate sono state impugnate), ne curerà la destinazione ad un effettivo riutilizzo sociale.