Fuga di medici dagli ospedali lombardi e non può che peggiorare

Lodi, Codogno, Como e poi concorsi andati deserti a Monza e Brianza: cosa sta succedendo negli ospedali lombardi?

Fuga di medici dagli ospedali lombardi e non può che peggiorare
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Fuga di medici dagli ospedali pubblici, ne abbiamo parlato con Danilo Mazzacane segretario generale Cisl Medici Lombardia.

Fuga di medici dagli ospedali pubblici

Come riporta il Giornale di Lodi si sta registrando un fuggi fuggi generale dagli ospedali lombardi. Cosa sta succedendo?

Ginecologia in sofferenza generale

Abbiamo sentito Danilo Mazzacane, segretario generale Cisl Medici Lombardia, che ci ha spiegato il vero nodo alla base di queste defezioni a raffica, sottolineando – in primis – che non si tratta esclusivamente di un fenomeno diffuso nel Lodigiano. “La situazione non è imputabile esclusivamente al Maggiore di Lodi, l’anno scorso al Sant’Anna di Como ci sono state circa 30 persone che in blocco hanno presentato dimissioni o chiesto mobilità, in quel caso la direzione non ha potuto accettarle, ovviamente, perché significava chiudere l’Ospedale. Teniamo inoltre presente, per ciò che concerne il caso specifico di Lodi, che non è un caso che la maggior parte dei problemi riguardino proprio i ginecologi” spiega Mazzacane. “Ciò dipende da una serie di fattori, primo fra tutti l’alto costo delle assicurazioni che un ginecologo che opera in sala parto deve affrontare, cifra che si aggira intorno ai 18mila euro annui. A questo si aggiunge il ventaglio di problematiche relative all’impiego presso gli ospedali pubblici, che da una decina d’anni allontanano numeri significativi di medici dalle corsie ospedaliere”.

In fuga verso soluzioni ambulatoriali o all’estero

“Lavorare in un ospedale pubblico oggi significa sottoporsi a turni di lavoro massacranti, a fronte di nessuna possibilità di fare carriera. Non attira più, per le condizioni in cui si deve lavorare, senza prospettiva. Ben venga la gavetta, ma se c’è un futuro. All’estero molti medici italiani fanno carriere brillanti, anche accademiche, e sono ben pagati. Quando, in Italia, vediamo deserto un concorso per i medici di pronto soccorso è utile che si chieda il perché. Si va incontro a una situazione di precariato, sottopagati – 25 euro all’ora lorde, oltre alla tassazione canonica bisogna aggiungere le spese extra per l’assicurazione – con rischio di essere aggrediti, come spesso sta accadendo in Italia. Tutto questo sapendo che non si farà mai carriera. I dirigenti ospedalieri non possono far altro che far rispettare delle linee guida che arrivano dall’alto, è chiaro che sarebbe necessario mettere mano seriamente in termini politici a questo sistema, che ormai è al collasso.”

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