Eletto grazie all'appoggio delle cosche: avviso di garanzia per l'ex sindaco di Lonate Pozzolo
In cambio dei voti, trecento, avrebbe dovuto portare in giunta un nome "gradito", l'assessore De Novara.
Sono stati notificati oggi, venerdì 16 ottobre, 5 informazioni di garanzia e avvisi conclusione delle indagini per corruzione elettorale e scambio elettorale politico mafioso. Gli atti segnano il termine dell'indagine "kriMisa" del 2017.
Eletto grazie all'appoggio delle cosche: chiuse le indagini
I destinatari dei provvedimenti sono Danilo Emilio Rivolta, ex sindaco di Lonate Pozzolo (VA) di Forza Italia ed in carica fino al suo arresto nel maggio del 2017 quando la Procura di Busto Arsizio ne aveva richiesto la custodia cautelare per varie condotte corruttive e concussive, Peppino Falvo il “re dei CAF” (coordinatore regionale dei Cristiano Democratici), Francesca Federica De Novara, (già assessore al Comune di Lonate Pozzolo nella giunta Rivolta con delega alla Cultura, Servizi Demografici, Politiche per l’Istruzione e la Formazione Professionale, Politiche Giovanili, Servizi allo Sport), nipote di Alfonso Murano (assassinato in un agguato di mafia nel 2006, mentre era al vertice del gruppo lonatese della locale di Legnano-Lonate Pozzolo), suo padre Salvatore De Novara detto Franco (imprenditore edile) e Cataldo Santo Casoppero, condannato lo scorso 25 settembre dal Tribunale di Busto Arsizio a 14 anni di reclusione perché affiliato alla ‘ndrangheta, nella sua articolazione territoriale denominata locale di Legnano e Lonate Pozzolo.
L'indagine kriMisa
I provvedimenti scaturiscono dalla ormai nota indagine denominata “kriMIsa” che i Carabinieri di Milano, con il coordinamento della locale Direzione Distrettuale Antimafia, portano avanti ormai dal 2017 e che finora ha consentito l’esecuzione di 34 misure cautelari in carcere il 4 luglio 2019 ed altre 11 il 3 settembre 2020. Con riferimento alle misure cautelari del luglio 2019, è stato pienamente confermato l’impianto accusatorio con sentenza del GIP del Tribunale di Milano emessa l’8 settembre 2020 e la già citata sentenza del Tribunale di Busto Arsizio.
La teoria degli inquirenti
I reati contestati, con l'odierno avviso, fanno riferimento alle elezioni amministrative del Comune di Lonate Pozzolo del maggio 2014 quando, secondo le indagini, Rivolta fu eletto grazie all’appoggio della locale ed in particolare di Casoppero attraverso un pacchetto di 300 voti, in cambio della promessa di assegnare un assessorato ad un candidato “gradito” alle famiglie cirotane mafiose, nel caso di specie alla De Novara. L’operazione di scambio fu, secondo l’accusa, organizzata e mediata da Falvo.
La conferma dell'ex sindaco
Fu lo stesso Rivolta, interrogato dall’AG bustocca, a confermare le ipotesi accusatorie:
"Nel febbraio, marzo 2014, Peppino Falvo venne da me e mi disse che i De Novara mi avrebbero appoggiato nella campagna elettorale. Franco De Novara in cambio voleva che la figlia Francesca venisse nominata assessore. Loro, nel frattempo, avrebbero provveduto a farmi prendere dei voti. Francesca De Novara ha preso 300 voti. La mia lista è stata supportata anche da Casoppero Cataldo. Dopo la mia elezione ho effettivamente nominato la figlia di De Novara assessore alla Cultura".