Busto Arsizio

Doppia rapina: 40enne irregolare, tossicodipendente e pluripregiudicato fermato nei boschi dello spaccio

Riconosciuto dalle due vittime, minacciate con un cacciavite e un coltello a serramanico

Doppia rapina: 40enne irregolare, tossicodipendente e pluripregiudicato fermato nei boschi dello spaccio
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L'uomo, irregolare e ben noto alle Forze dell'ordine, aveva 20 alias diversi. Trovato e fermato durante i controlli contro gli assembramenti a rischio contagio.

Rapinatore seriale riconosciuto in mezzo al bosco

Dovrà rispondere di rapina aggravata il 40enne tunisino che ieri (mercoledì 8 aprile) è stato sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria dalla Polizia di Stato di Busto Arsizio. Tossicodipendente, extracomunitario e irregolare sul suolo italiano, pluripregiudicato e con 20 alias diversi, è stato riconosciuto tra alcuni uomini che continuavano a concentrarsi vicino ai boschi alla periferia della città, tra Vanzaghello e Castano Primo. Una zona di spaccio ancora attiva nonostante il poco "traffico" di clienti a causa delle normative anti-contagio.

Fuga sventata

Ieri mattina era fuggito nei boschi alla vista di una pattuglia della polizia locale di Castano. Comunicate le sue fattezze agli agenti del Commissariato di Busto Arsizio, questi hanno iniziato le ricerche all'interno dei boschi dove si era addentrato dopo aver abbandonato la sua bicicletta. Trovato e fermato è stato portato in commissariato.

Riconosciuto dalle vittime

Il tunisino è stato anche riconosciuto dalle vittime di due rapine commesse da un soggetto corrispondente alla sua descrizione. Una prima vittima, una donna italiana di 42 anni ha riconosciuto immediatamente il suo volto tra le molte foto mostratele: il 4 aprile nel primo pomeriggio, mentre camminava nel sottopasso della stazione ferroviaria di Castano Primo, lui l'aveva minacciata puntandole un grosso cacciavite alla gola, strappandole la borsa e dandosi alla fuga. Anche la seconda vittima, una donna di 32 anni, lo ha riconosciuto come  della rapina subita martedì scorso, mentre si trovava a bordo del treno partito da Castano e diretto a Turbigo. L’uomo era salito sul treno con la sua bicicletta. Appena la donna ha preso posto, l’uomo le si è seduto di fronte e verificato che non vi fosse nessuno  le aveva bloccato le mani estraendo contemporaneamente dal giubbotto un coltello a serramanico poggiandoglielo sulla pancia e minacciando di ferirla se avesse urlato. La donna spaventata aveva iniziato a urlare, ritrovandosi la mano dell’uomo a coprirle la bocca, graffiandola. La rapina era continuata con minacce e insulti fino alla consegna di tutto ciò che la donna aveva con sè. Un incubo continuato fino alla fermata successiva dov'era sceso con la sua bicicletta e il maltolto.

Anche durante il fermo prima del trasferimento in carcere il tunisino si è rifiutato di collaborare.  L’efferatezza dei reati commessi, la sua dedizione alla reiterazione nella commissione di rapine evidente anche dalle riprese della videosorveglianza, la sua capacità di eludere ogni controllo rendendosi irreperibile, sommati al suo stato di clandestinità, alla mancanza di una fissa dimora e alle ripetute fughe in occasione di controlli di polizia, hanno permesso di sottoporlo ad un fermo di polizia.

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