Denuncia i suoi usurai ma è costretto a dichiarare fallimento
E’ la storia di un imprenditore del Saronnese che ha trovato la forza di ribellarsi
Ha avuto la forza e il coraggio di denunciare i suoi aguzzini, ma a distanza di un anno e mezzo non ha ricevuto alcun aiuto dalla Stato. E così nei giorni scorsi è stato costretto a portare i libri in Tribunale e a dichiarare il fallimento della sua attività.
Denuncia i suoi aguzzini, la storia di un imprenditore
Tutto questo accade a pochi passi da Saronno, la vittima è un imprenditore edile di circa 50 anni che nel tentativo di far sopravvivere la sua azienda si è ritrovato nelle mani degli usurai. Ora da quell’incubo ne è uscito grazie al suo coraggio e anche al sostegno del suo avvocato di fiducia e dell’associazione Sos Italia Libera, guidata dal saronnese Paolo Bocedi. Ma la sua è una storia di sofferenza e di disperazione, che però gli ha dato la forza di reagire e di denunciare.
"La mia è stata la forza della disperazione che mi ha portato a denunciare i miei aguzzini per uscire dall’incubo in cui ero finito, ma la beffa è che a distanza di un anno e mezzo non ho ricevuto alcun aiuto dallo Stato - ha raccontato l’imprenditore - Ho cercato di salvare il salvabile, ma lunedì ho depositato i libri in Tribunale. Fino all’ultimo ho sperato e fatto di tutto, poi quando iniziano ad arrivare a casa i decreti ingiuntivi e bisogna continuare a pagare, allora ci si rende conto che non c’è più nulla da fare. Ho provato con le unghie e con i denti a resistere, ma senza aiuti era impossibile andare avanti".
Dopo 25 anni costretto a chiudere... e lo Stato?
Perciò dopo 25 anni di attività è stato costretto a chiudere. "Un pezzo del mio cuore - ha detto - Ho lavorato duramente per creare la mia attività e ora mi ritrovo a dover ricominciare, mi rimboccherò le maniche e farò un passo alla volta. Non mi piace piangermi addosso, in questo periodo difficile ho avuto il sostegno di Paolo Bocedi e del mio avvocato che mi hanno aiutato e dato la forza. Ho denunciato ma ora a distanza di un anno e mezzo non so più nulla delle indagini e nessun aiuto dallo Stato".
Era infatti novembre 2019 quando l’imprenditore si è rivolto alle forze dell’ordine denunciando chi di fatto si era impossessato della sua azienda. Denunciare era l’unico modo per uscire da quell’incubo. E su questo l’imprenditore non ha dubbi, ma ora si sente rassegnato, perché lasciato solo dallo Stato in cui lui ha fortemente creduto e a cui si è affidato.
"I primi di gennaio mi sono trovato la Finanza in azienda e mi sono chiesto se davvero avessi fatto la scelta giusta - ha proseguito - Il rischio che corro a volte mi sembra troppo alto e mi chiedo dove sia finito lo Stato che invece dovrebbe essere accanto a chi denuncia, altrimenti nulla cambia. Lunedì ho portato i libri in Tribunale e ora dovrò anche affrontare un processo per bancarotta. Non nascondo che in alcuni momenti ho addirittura pensato di ricontattare gli usurai per cercare di salvare la mia attività. Dopo la denuncia mi sono sentito abbandonato".
Il silenzio da parte dello Stato pesa e l’imprenditore non nasconde l’amarezza: "Non so più nulla delle indagini e mi chiedo se ne sia valsa la pena".
Tutto è iniziato a novembre 2019, quando all’imprenditore arriva dalla banca una "revoca ingiustificata". Da quel momento i primi problemi a livello lavorativo, l’attività inizia ad andare male e non riesce a ottenere prestiti da altri istituti di credito. Quello è stato l’inizio dell’incubo, perché per andare avanti serviva liquidità. E così segue il consiglio di un conoscente e contatta un usuraio. Soltanto dopo l’imprenditore ha scoperto che quell’uomo era un membro dell’organizzazione criminale pugliese Sacra Corona Unita. I soldi sono arrivati subito, ma da quel momento per l’imprenditore è iniziato l’incubo, da cui ne è uscito denunciando. Da quel giorno è passato un anno e mezzo e ora l’ imprenditore vorrebbe sapere a che punto sono le indagini. A distanza di oltre un anno dalla sua denuncia però Mario non sa più nulla: "Non ho più saputo nulla e senza queste informazioni non so se posso accedere ai fondi statali".
Sos Italia Libera
In questo periodo l’imprenditore ha potuto contare sull’aiuto dell'associazione Sos Italia Libera, con Paolo Bocedi che è stato tra i primi imprenditori a ribellarsi alla criminalità organizzata. "L’unica salvezza per uscirne è la denuncia. Gli imprenditori che si ribellano hanno diritto a degli aiuti statali, secondo quanto stabilito dalla legge 44/1999 che disciplina un fondo di solidarietà per le vittime di usura e di estorsione - ha spiegato Bocedi - In questo momento storico per l'economia messa in ginocchio per colpa del Covid 19 sono moltissimi i piccoli imprenditori che cadono nel vortice dell'usura. La responsabilità è anche degli istituti di credito che non danno ascolto a chi con la morte nel cuore si reca da loro per pagare quell'assegno in scadenza. In questo modo le "Banche della Ndrangheta" sono pronte ad erogare soldi a strozzo per poi impadronirsi della azienda. Un appello : Non abbiate paura, denunciate subito questi pescecani! Noi vi aiuteremo".