Nessun allarmismo

Coronavirus a Varese? Gallera: "Non c'è alcun caso"

La Regione nega ci sia un caso accertato di contagio, pronta comunque una task force: ecco come si è preparata la sanità lombarda.

Coronavirus a Varese? Gallera: "Non c'è alcun caso"
Pubblicato:
Aggiornato:

Una cittadina cinese si sarebbe recata all'ospedale di Gallarate per un controllo, trasferita a Varese. Si teme il primo caso italiano di coronavirus.

Coronavirus a Varese, no ad allarmismi

Non ci sono conferme e, anzi, l'assessore alla Sanità di Regione Lombardia afferma deciso che

"non c'è alcun caso a Varese".

In giornata infatti, era trapelata la notizia di una donna cinese rientrata da poco dalla Cina e messa sotto osservazione al Circolo di Varese dopo un malore che l'aveva convita a riferirsi al Pronto Soccorso di Gallarate. Nella serata di oggi, martedì 28 gennaio, consigliere regionale Emanuele Monti presidente della Commissione Sanità ha confermato, ad accertamenti conclusi, che si è trattato solo di un falso allarme.

Pronta una task force

Regione Lombardia si è comunque attrezzata a intervenire prontamente per ridurre la possibilità che il virus possa propagarsi. La task force per riconoscere e affrontare eventuali casi di Coronavirus in Lombardia è al completo - fanno sapere da Regione -  con tre laboratori dove trasmettere i campioni da analizzare e 17 reparti di malattie infettive di riferimento. "Abbiamo nelle scorse ore emanato alcune indicazioni procedurali importanti per i medici di base e per gli specialisti ospedalieri, in costante raccordo con il Ministero della Salute", ha aggiunto Gallera.

Come si è preparata la Lombardia

Ecco come la Regione si è preparata a gestire il rischio di diffusione del coronavirus.

Diagnosi di caso sospetto

"È fondamentale porre attenzione ai tempi di riferimento dei viaggi e alle frequentazioni a rischio di contagio – spiega l’assessore Gallera – prendendo in considerazione gli ultimi 14 giorni dall’esordio dei sintomi".

Segnalazione

Nell'eventualità si verifichi la presenza di un caso sospetto, i medici devono subito segnalarlo all'Ats di competenza e gestire il paziente  in stretto raccordo con i referenti delle "malattie infettive". A sua volta, Regione Lombardia inserisce i dati relativi con attenzione sulla data di partenza del caso sospetto dalla cina, il volo di ritorno in Italia e l'aeroporto d'arrivo, il contatto telefonico del paziente o del medico curante e il laboratorio di riferimento a cui è stato inviato il campione biologico. Questi sono distribuiti nelle diverse province lombarde, in modo da coprire il territorio.

Protocollo di monitoraggio

A Malpensa è stato già attivato il protocollo di monitoraggio con misurazione a bordo della temperatura corporea di passeggeri ed equipaggio. In caso di assenza di sintomi e in assenza di iperpiressia sono fornite indicazioni generiche comportamentali come da allegato comprensivo anche di indicazione sul numero unico 1500 del Ministero della Salute, in ogni caso si deve evitare di andare in Pronto Soccorso.

Nel caso in cui il medico venisse contattato da un paziente che riferisce sintomi respiratori (febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie) è importante indagare la presenza di viaggi in Cina negli ultimi 14 giorni (periodo di incubazione del virus) o contatto con caso accertato come da definizione di caso sospetto allegato.

Se l'esito è positivo,  è necessario sincerarsi che il paziente contatti il numero unico 112 che organizzerà il trasporto presso una delle strutture ospedaliere con un reparto di malattie infettive e avvisare il Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria di Ats per segnalare il caso. per i casi non sospetti ma da indagare, viene indicato ai medici contattati telefonicamente che non ritengano di effettuare visita domiciliare, di invitare il paziente a recarsi presso lo studio e utilizzare un accesso separato, anche semplicemente con un appuntamento a fine giornata, per ridurre eventuali contatti in sala di attesa.

Richieste di soccorso /trasporti

La richiesta di soccorso proveniente da un cittadino o dal medico curante, attraverso il Numero Unico Regionale 112, verrà processata dalla Sala operativa regionale di Emergenza e Urgenza (SOREU) di Areu, che organizzerà il trasporto presso l’ospedale dotato di U.O. di Malattie infettive ritenuto più idoneo, avendo cura di far indossare al paziente la mascherina chirurgica, salvo la necessità di somministrare ossigeno e di informare il Pronto Soccorso dell’ospedale individuato dell’invio di un caso sospetto di "nuovo coronavirus", per consentire di far predisporre il percorso clinico e logistico ritenuto più opportuno anche al fine di ridurre il rischio di esposizione potenziale per gli operatori sanitari e gli utenti.
Nel caso, invece, di trasporti che si rendessero necessari all’interno dello stesso ospedale o tra ospedali differenti, l’Asst di riferimento avrà cura gestire attraverso i propri mezzi il medesimo, avendo cura di informare il Pronto soccorso e/o le Unità specialistiche di destinazione dell’invio di un caso sospetto di "nuovo coronavirus", attenendosi alle indicazioni suggerite dal reparto di malattie infettive ricevente.

 

 

Seguici sui nostri canali