Contrasto alla povertà, il Legnanese fa scuola

L'Agenzia per l'inclusione attiva di So.Le presentata come best practice a Roma nella sala del Parlamentino del Cnel.

Contrasto alla povertà, il Legnanese fa scuola
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Contrasto alla povertà, l’Agenzia per l’inclusione attiva di So.Le presentata come best practice.

Contrasto alla povertà, So.Le fa scuola

L’Agenzia per l’inclusione attiva (Aia) realizzata da Azienda sociale del Legnanese (So.Le.) sarà la best practice, nell’ambito dell’inclusione sociale, che la Fondazione L’Albero della vita presenterà in occasione della propria conferenza annuale mercoledì 28 novembre nella sala del Parlamentino del Cnel a Roma. L’Agenzia per l’inclusione attiva è stata costituita a fine 2017 per offrire ai cittadini dell’ambito territoriale del Legnanese beneficiari del reddito d’inclusione una presa in carico coordinata e innovativa.

Una risposta organica per aiutare a uscire dalla povertà

“L’obiettivo del reddito d’inclusione non è semplicemente il sostegno economico dei nuclei familiari in condizione di povertà – sottolinea il direttore di Azienda So.Le. Fabio Clerici -; lo scopo è piuttosto aiutare le famiglie ad attivare le proprie capacità per rendersi autonome. In un’ottica di intervento più complesso la soluzione che abbiamo progettato e realizzato si basa sulla logica di rete, quindi sulla connessione e integrazione di competenze dei soggetti istituzionali preposti alla presa in carico dei beneficiari: servizi sociali dei Comuni; So.Le, in qualità di azienda consortile per la gestione dei servizi alla persona a livello sovra comunale; Fondazione L’Albero della vita titolare di un programma di azioni a valenza socio-educativa; Eurolavoro come gestore del Centro per l’impiego e delle politiche attive del lavoro; Inps come erogatore del beneficio economico mensile. Vogliamo, come azienda totalmente pubblica partecipata da dieci Comuni del Legnanese, offrire una risposta organica per aiutare a far emergere dalla condizione di povertà mettendo in gioco il know how specifico di ogni ente. All’interno di Aia azienda So.Le. mette a disposizione dei beneficiari del Rei la sua unità d’offerta, ossia i servizi specificamente rivolti ai minori e alle famiglie”.

Presi in carico 506 soggetti (tra famiglie e singoli)

L’Aia si avvale di tre assistenti sociali, tre operatori di Fondazione L’Albero della vita e due di Eurolavoro. Al momento i soggetti (nuclei familiari o singoli) ammessi da Inps al Rei e che l’Aia ha provveduto a prendere in carico sono 506. Il percorso seguito dai beneficiari del Rei è formulato dal case manager, ossia dall’assistente sociale che prende in carico il caso, e che è personalizzato: può limitarsi a un monitoraggio periodico oppure contemplare attività, di tipo socio educativo o di attivazione lavorativa, che il beneficiario dovrà realizzare per emergere dalla condizione di povertà. “Gli operatori educatori di Fadv si occupano di interventi di stampo socio-educativo – spiega Giuseppe De Rienzo, referente area Povertà della Fondazione L’Albero della vita onlus – accogliamo le persone che ci sono indirizzate dagli assistenti sociali, definiamo con queste un obiettivo di lavoro e stendiamo un progetto personalizzato che il beneficiario deve impegnarsi a rispettare. Nel progetto evidenziamo gli aspetti su cui serve lavorare e gli obiettivi da perseguire dettagliando tempi e modi. Questo percorso fatto di incontri in agenzia o di visite a domicilio, specie in presenza di minori, ha una durata minima di sei mesi e massima di un anno e mezzo e va di pari passo con l’erogazione del contributo economico. Le risposte date dalle famiglie con cui lavoriamo variano molto; alcune devono essere richiamate al rispetto dell’impegno sottoscritto, altre individuano nel colloquio un’occasione per riflettere sulla propria situazione e sul modo per riemergere. La metodologia di lavoro utilizzata dalla Fondazione mira a un ascolto attivo della persona, senza esprimere giudizi sulla loro storia e sul loro comportamento: non offriamo soluzioni ma sosteniamo il beneficiario a individuare obiettivi e ricontattare capacità e competenze personali che devono essere riportate alla luce. L’obiettivo finale è proprio la riattivazione delle risorse individuali affinché la persona diventi protagonista attiva del proprio cambiamento. A seconda delle necessità individuali di ciascuno, poi, l’equipe educativa contatta gli operatori di azienda So.Le e i servizi dell’azienda per attivare altre azioni mirate a rispondere ai bisogni dell’utente”.

Percorsi individuali di ricerca del lavoro

Per i beneficiari dei Rei la cui condizione di povertà è stata, in sede di analisi, ricondotta esclusivamente alla mancanza di lavoro il percorso porta all’incontro con Eurolavoro. “Nell’ambito delle politiche attive finalizzate alla ricerca del lavoro mi occupo di tenere incontri di gruppo – spiega Ilaria Benardi, psicologa e operatrice di Eurolavoro. Ogni gruppo è composto da dieci, massimo 12 persone e nelle 20 ore complessive di incontri si toccano da un lato temi tecnici come la stesura del curriculum, la lettera di presentazione, le tecniche di comunicazione efficaci, le simulazioni di colloqui di lavoro, le normative sui contratti, dall’altro ci si concentra su di sé con l’autoanalisi per far emergere le competenze, sulle motivazioni e gli stimoli al cambiamento, ma anche sulle dinamiche di cooperazione in possibile chiave imprenditoriale. Al termine di questo ciclo di incontri gli interessati possono proseguire frequentando corsi di informatica e inglese, calibrati sul proprio livello di conoscenze. È anche possibile seguire un percorso individuale di ricerca del lavoro o indirizzare le proprie competenze in un progetto di auto imprenditorialità con un operatore specializzato di Eurolavoro. La risposta degli utenti varia molto in ragione del livello socio culturale del singolo”.

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