Confiscati beni per oltre un milione al capo ultras del Milan Luca Lucci
Il capo ultras era diventato famoso (insieme alla sua fedina penale) nel 2018 dopo la foto con l'allora Ministro dell'Interno
Ancora guai per il capo ultrà del Milan Luca Lucci. Questa mattina, martedì 21 luglio 2020, la Polizia di Stato ha eseguito i provvedimenti di confisca dei beni e sorveglianza speciale nei confronti del leader del gruppo “Curva Sud”, già con precedenti penali per stupefacenti e reati contro la persona.
Nuovi guai per Luca Lucci
La confisca e la sottoposizione alla sorveglianza speciale, eseguite stamane dai poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Milano, seguono il sequestro dei beni avvenuto il 24 giugno 2019.
I beni precedentemente sequestrati su proposta del Questore di Milano, con il provvedimento eseguito oggi vengono confiscati e, salvo impugnazione, verranno definitivamente acquisiti al patrimonio dello Stato.
Nello specifico trattasi di una villetta di due piani sita a Scanzorosciate, un’Audi Q5, dieci Rolex, i saldi di tre conti correnti bancari, e infine l’esercizio pubblico denominato “Clan 1899” sito a Sesto San Giovanni, luogo storico di raduno degli ultras del Milan, già oggetto di indagini in passato per reati inerenti gli stupefacenti.
Beni per più di un milione
I beni sequestrati raggiungono un valore complessivo di 1,2 milioni di euro.
Lucci, ritenuto "socialmente pericoloso", è stato anche sottoposto alla sorveglianza speciale per tre anni con l’obbligo di rincasare la sera prima delle 22 e di non uscire la mattina prima delle 7, con il divieto di accedere e dimorare nei comuni di Milano e Sesto San Giovanni, e con l’obbligo di mantenersi ad almeno 3 chilometri di distanza da tutti gli stadi italiani dove si svolgono manifestazioni calcistiche.
I precedenti
Già dall’inizio degli anni Duemila, appena maggiorenne risultò implicato nell’omicidio di un avvocato consumatosi nel 2006 nonché elemento della “filiera” del traffico di stupefacenti, legata al mondo degli ultras.
Il capo ultrà è stato condannato anche per gravi reati contro la persona, e in particolare per le lesioni gravissime provocate nel 2009 a un tifoso dell’Inter nel corso del derby calcistico Milan-Inter del 15 febbraio 2009. Tifoso che a causa di un pugno di Lucci perse un occhio, e che poi si suicidò. Più di recente, il 15 maggio 2018, Lucci è stato arrestato perché responsabile della compravendita di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente, ricevuta presso i locali del Clan di Sesto San Giovanni, oggi confiscato.
Gli accertamenti della Divisione Anticrimine hanno permesso di rilevare che Luca Lucci, nonostante risultasse essere un elettricista, ricavava almeno parte delle sue fonti di sostentamento dalle attività illecite che gli avrebbero quindi permesso di mantenere il suo elevatissimo tenore di vita, sproporzionato rispetto il reddito dichiarato.
Oltre al possesso di numerosi orologi di valore, gli accertamenti degli agenti della Divisione Anticrimine hanno scoperto numerosi viaggi all'estero in rinomate località turistiche e acquisti di capi d'abbigliamento e accessori di lusso.
Il suo nome e il suo volto erano diventati "celebri" anche fuori dagli stadi nel 2018, quando venne fotografato insieme al leader della Lega Matteo Salvini (all'epoca MInistro dell'Interno) alla festa per i 50 anni del tifo milanista organizzato. Una foto che, visti i precedenti e i legami del "Toro", come viene soprannominato Lucci, aprirono un caso politico intorno all'ex Ministro.
Si tratta della prima applicazione in Lombardia della confisca antimafia nei confronti di un’esponente ultras legato al mondo del calcio, con legami con la criminalità organizzata; inoltre, dopo le due sorveglianze speciali applicate nel 2019 agli ultras dell’Inter Massimo Piovella e Nino Ciccarelli per i fatti di Inter-Napoli del 26 dicembre 2018, si tratta della prima sorveglianza speciale applicata a un ultras del Milan.