Specie protetta

Commercio illegale di tartarughe a Uboldo: 145 esemplari sequestrati

Le allevava in giardino per poi venderle su internet. Denunciato dai carabinieri forestali.

Commercio illegale di tartarughe a Uboldo: 145 esemplari sequestrati
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I carabinieri forestali di Tradate e del Nucleo Cites di Somma Lombardo hanno trovato e smantellato a Uboldo un allevamento abusivo finalizzato al commercio illegale di tartarughe.

Commercio illegale di tartarughe nella zona residenziale di Uboldo

Nel giardino di casa aveva allestito un vero e proprio allevamento abusivo per il commercio illegale di tartarughe. Nei guai il cittadino di Uboldo che si è trovato al citofono i carabinieri forestali di Tradate, insieme ai colleghi del Nucleo Cites di Somma e i carabinieri della Stazione di Garbagnate. L'accusa, è di aver commerciato via web tartarughe terrestri appartenenti a una specie protetta.

Esemplari protetti venduti via web

 Gli animali in questione appartengono a una specie ecologicamente e normativamente ben definita:  le "Testudo Hermanni" sono tartarughe terrestri particolarmente protette dalla Convenzione di Washington "CITES" del 1973 che prevede divieti, limitazioni e controlli sul commercio degli esemplari a seconda del rischio di estinzione, oltre a prevenire e contrastare il prelievo diretto in natura. Il commercio e la detenzione sono regolati da norme specifiche di settore e le eventuali violazioni comportano sanzioni a carattere sia penale che amministrativo. Lo stesso possesso deve essere legittimato da apposita documentazione. Le specie CITES sono seriamente minacciate da catture indiscriminate, effettuate dai bracconieri per soddisfare la richiesta di importazione nei paesi della Comunità Europea e negli Stati Uniti.

Denunciato, ora rischia grosso

L'uomo è stato denunciato e gli animali, 145 piccoli esemplari, sequestrati per impedirne la vendita ma lasciate nel giardino, in quanto "detenute in condizioni compatibili con le loro caratteristiche etologiche". Le autorità stanno comunque cercando un luogo idoneo per il loro ricovero. L'allevatore e venditore invece rischia grosso: nei casi più gravi di violazione delle norme CITES si può arrivare all'arresto fino a due anni e l'ammenda fino a 200mila euro.

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