Cinghiali, situazione sempre più insostenibile per imprese e cittadini in provincia di Varese
Coldiretti chiede anche di dare facoltà ai sindaci di adottare ordinanze ad hoc per contenerne il numero
Coldiretti Varese torna ad accendere l'attenzione sul problema dei cinghiali nel territorio della provincia, non solo per i danni a campi e terreni o il rischio incidenti ma anche dal punto di vista sanitario.
Cinghiali, Coldiretti: "Problema fuori controllo"
“Una situazione che sta diventando insostenibile per le nostre imprese e per la sicurezza dei cittadini e che sta compromettendo l’equilibrio ambientale di vaste aree territoriali della provincia prealpina, anche in zone ad elevato pregio naturalistico. La situazione arrivata alla saturazione con i cinghiali e la fauna selvatica in continua crescita. Oltretutto una così elevata presenza di cinghiali sui territori è un pericolo per l’introduzione del virus della Peste suina Africana ed anche per la diffusione di malattie infettive batteriche all’uomo”.
È quanto evidenzia Fernando Fiori presidente di Coldiretti Varese rispetto alla proliferazione incontrollata dei cinghiali che affligge il Varesotto e le province del settentrione lombardo: e si tratta di un problema ancor più generalizzato e fuori controllo, se si conta che oggi siano saliti a 2 milioni gli esemplari di cinghiali in Italia. Ciò rappresenta sempre più un rischio, non solo per le coltivazioni, ma anche per i cittadini.
Un rischio anche sanitario
Numerosi studi hanno dimostrato la presenza, nel sangue di diverse popolazioni di cinghiali, di anticorpi per virus a carattere zoonosico, ovvero quelle malattie infettive che possono essere trasmesse dagli animali all’uomo. Tra i più importanti virus in grado di passare dal cinghiale all’uomo quello responsabile dell’epatite E, il virus dell’influenza suina e quello dell’encefalite Giapponese.
Sistemi naturali a rischio
“A risentirne è anche la funzionalità degli ecosistemi naturali – prosegue Fiori – oltre al fatto che i cinghiali causano ingenti danni all’agricoltura che non vengono neppure coperti dagli indennizzi perché la perdita di reddito arrecata agli imprenditori va ben oltre il valore del risarcimento ottenibile”.
Inoltre, un sovrannumero di cinghiali (che nel nostro territorio non ha predatori naturali) e trovandosi quindi prossimo al vertice della catena alimentare rappresenta una minaccia anche per le altre specie che vivono nei boschi del Varesotto, che si ritrovano senza risorse alimentari.
8 italiani su 10 chiedono un intervento
Dall’indagine Coldiretti/IXÈ si evidenzia come siano, in primis, i cittadini ad essere spaventati dalla presenza dei cinghiali: oltre 6 italiani su 10 (62%) hanno paura dei cinghiali e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata da questi animali. Una situazione arrivata al limite tanto che più di 8 italiani su 10 (81%) pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti incaricando personale specializzato per ridurne il numero.
“È urgente intervenire con un approccio integrato – ribadisce Fiori – un pacchetto di azioni che se da un lato deve agire sulla riduzione sia numerica che spaziale, dall’altro deve concretizzarsi in provvedimenti che possano consentire anche ai sindaci l’adozione di ordinanze di emergenza per autorizzare misure straordinarie di contenimento”.