Guardia di Finanza

Cessione fittizia di auto di lusso, sequestrati dalla Finanza 7,6 milioni di euro e due arresti

Conclusa l'operazione "easy car": accertato che i veicoli sono stati oggetto dapprima di fittizia cessione in altri paesi europei per poi fare immediatamente rientro in Italia.

Cessione fittizia di auto di lusso, sequestrati dalla Finanza 7,6 milioni di euro e due arresti
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 Commercio auto di lusso: i militari della Guardia di Finanza di Varese  hanno arrestato due amministratori di società e sequestrato 7.600.000 euro.

Commercio auto di lusso,  operazione della Guardia di Finanza

A conclusione dell’operazione di polizia economico-finanziaria convenzionalmente denomitata “easy car”, i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Varese, su delega della Procura della Repubblica Europea presso la sede di Milano (EPPO), hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo, anche per equivalente per un totale di circa 7.600.000 euro, nonché alla misura cautelare personale degli arresti domiciliari a carico dei due principali indagati emesso dal g.i.p. del Tribunale di Varese.

Finanza

L'attività trae origine dall'analisi avviata nell'ambito della metodologia denominata "dimenticatoio" nei confronti dei soggetti economici che non presentano la dichiarazione Iiva, dei redditi o di entrambe per una o più annualità ovvero non effettuano i relativi versamenti e che, per cadere “nell’oblio fiscale”, trasferiscono la propria sede dalla provincia di Varese nascondendosi in altre aree metropolitane nazionali.

Gli accertamenti esperiti hanno consentito di individuare diverse potenziali casistiche di condotte fraudolente nel settore della commercializzazione di autovetture di lusso (nuove ed usate) poste in essere in triangolazione tra loro da società italiane, tedesche, ceche e sammarinesi, finalizzate ad ottenere illecitamente crediti d'imposta IVA e contestualmente indebiti risparmi di imposta attraverso meccanismi tali da garantirsi l'omesso versamento dell'IVA in fase di acquisto mediante false attestazioni relative alla provenienza dei veicoli oggetto di transazione commerciale o la produzione ed utilizzo di documentazione falsa attestante fraudolentemente l'avvenuto assolvimento dell'imposta.

Fittizie cessioni in altri paesi europei

Nello specifico, è stato accertato nel corso delle indagini che centinaia di veicoli sono stati oggetto dapprima di fittizia cessione intracomunitaria in altri paesi europei (in particolare San Marino, Repubblica Ceca e Germania) - ove non risultano essere mai stati immatricolati - per poi fare immediatamente rientro in Italia, ove all'atto della re-immatricolazione (a cura sempre della medesima agenzia di pratiche auto sita nella provincia di Napoli alla quale si rivolgevano concessionari da tutta Italia) presso la Motorizzazione di Napoli, risultavano - tramite una artificiosa procedura telematica di targatura provvisoria - essere vetture ancora nazionali.

Si tratta dell'espediente di "forzare" la banca dati della Motorizzazione Civile attraverso l'inserimento di una targa fittizia (RDOOORD ltalia Istria) cosi da far apparire il veicolo già immatricolato in Italia; in tal modo si rende il veicolo "invisibile" alla Agenzia delle Entrate e, dunque, non verrà mai emesso il previsto modello F24 per il pagamento dell'IVA dovuta per una nuova immatricolaziorie di veicolo proveniente dall’estero.

Così gli indagati hanno eluso il coinvolgimento dell'Agenzia delle Entrate e di conseguenza omesso il necessario assolvimento dell'IVA attraverso il pertinente modello F24.

Primo intervento a febbraio

A seguito del primo intervento eseguito nei giorni ad inizio febbraio 2024 e, soprattutto, dell’esame della documentazione sequestrata e del contenuto dei supporti informatici (PC e smartphone) in uso agli indagati e ai dipendenti della società perquisita, sono stati acquisiti numerosi elementi di prova, che hanno ulteriormente corroborato il quadro accusatorio.

Nel corso delle indagini è stato condiviso il quadro accusatorio e la tecnica investigativa adottata in sede di riunione in Germania con la Procura della Repubblica Europea presso la sede di Monaco di Baviera (D), confermando la proiezione internazionale e la pericolosità della frode anche per gli interessi finanziari dell’Unione Europea.

Ordinanza di misura cautelare per due arresti domiciliari

Il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Varese, aderendo alla richiesta del Pubblico Ministero presso EPPO, ha emesso un’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale degli arresti domiciliari per i due principali soggetti, nonché un decreto di sequestro preventivo per equivalente per un ammontare di circa   7.600.000 euro. Si pone in rilievo, tra l'altro, che l'ammontare complessivo di fatture emesse per operazioni inesistenti è di circa 20.000.000 e che le auto di lusso coinvolte nella frode sono circa 1.500. I provvedimenti sono stati eseguiti, nei confronti di 17 persone fisiche e 7 persone giuridiche, dal Gruppo Varese e da altri 14 reparti del Corpo in Campania e nel resto del territorio nazionale.

 I numeri

Le operazioni di esecuzione dell'Ordinanza hanno consentito di sottoporre a sequestro preventivo  428 rapporti bancari e finanziari,  28 immobili,  65 terreni e   20 autovetture rinvenute in sede di esecuzione della misura nella disponibilità degli indagati destinatari della stessa. L’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale degli arresti domiciliari per i due principali soggetti è stata regolarmente eseguita e gli arrestati sono stati posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

La Procura europea (EPPO) è un organismo indipendente dell'Unione europea incaricato di indagare, perseguire e portare in giudizio i reati che ledono gli interessi finanziari dell'UE.

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