Cento candeline nella Rsa di Vedano per la venegonese Rina Tavelli
Trasferita giovanissima a Venegono dalla Valtellina, per anni ha lavorato nella storica locanda di via Baracca. Il figlio: "Una donna fortissima, appena sono arrivati i vaccini non ha avuto dubbi"
Festa a Vedano Olona venerdì pomeriggio alla rsa San Giacomo, nei limiti del possibile, a Venegono Superiore e un po’ in ogni angolo del mondo per le cento candeline di Rina Tavelli.
Cento candeline per la venegonese Rina Tavelli
Per festeggiarla c'era anche la banda, insieme agli affetti più cari per festeggiare l’invidiabile traguardo del secolo di vita raggiunto, ci racconta il figlio Giulio Antonini, grazie alla fede e a una vita di lavoro e amore per tutti. Una signora che ha fatto la storia di Venegono, dove si era trasferita giovanissima dalla Valtellina iniziando a lavorare come sarta, come tante sue coetanee alla fine della guerra.
E qui a Venegono era sbocciato l’amore con Silvio Antonini, che sarebbe poi diventato suo marito e al fianco del quale avrebbe poi lavorato per anni e anni all’interno della trattoria con alloggio in via Baracca, costruita pochi anni prima della realizzazione della ferrovia. Un locale storico, dove sono passate le ricche (e celebri) famiglie milanesi dirette a Varese o verso le case estive dove durante il secolo scorso gli "sciuri" milanesi erano soliti trascorrere le vacanze.
Una famiglia sparsa nel mondo
Tutta la sua vasta famiglia, disseminata tra Venegono, Varese, l’Australia e la Svizzera, dove si erano trasferiti alcuni dei suoi 10 fratelli, soffierà insieme a lei il centesimo compleanno. E insieme a loro l'hanno festeggiata a distanza, ai figli Giulio e Luigi, ai nipoti e ai pronipoti anche i tantissimi in paese che l’hanno conosciuta durante la sua lunga vita, diventata colonna di una delle famiglie "storiche" del paese.
"Una donna fortissima, ha voluto subito il vaccino"
"E’ una donna fortissima, con una grande voglia di vivere e un grande amore - la racconta il figlio Giulio - Fino a due anni fa, finché è stato possibile, era qui a casa, instancabile, a prepararci i suoi manicaretti". Poi la necessità di cure e assistenza, come normale a una certa età, l’ha portata nella residenza vedanese dove ha subito portato la sua gioia e la sua grande energia.
Che non si sono piegate nemmeno in questo anno di pandemia, particolarmente duro viste le forti restrizioni e i prolungati divieti di ricevere le visite dei famigliari, anche più stretti, e la tensione per essere parte di una delle categorie più fragili di fronte al virus. "Appena ha saputo che sarebbero arrivati i vaccini non ha avuto dubbi e ha chiesto di firmare per essere vaccinata, è stata la prima - continua il figlio - E’ una gran donna, le facciamo tutti i nostri auguri".