Blitz animalista fuori dalla Novartis di Origgio
Gli animalisti chiedono al fine della sperimentazione animale e la liberazione dei macachi coinvolti nel progetto LightUp dell'università di Parma
Blitz animalista sui cancelli della Novartis di Origgio contro la sperimentazione animale e il progetto LightUp condotto dall'università di Parma.
Blitz animalista alla Novartis di Origgio
Uno striscione firmato dal Movimento Centopercentoanimalisti fuori dai cancelli della sede di Origgio dell'azienda farmaceutica Novartis. Nuovo gesto di protesta del gruppo contro la sperimentazione animale e in particolare contro il progetto LightUp dell'università di Parma che ha recentemente ricevuto il via libera dal Consiglio di Stato dopo una lunga battaglia legale.
Secondo il movimento animalista, la sperimentazione animale sarebbe "sempre tortura e morte senza alcuna utilità scientifica", chiedendo la liberazione dei macachi usati nel progetto LightUp "che saranno accecati e poi uccisi per esperimenti assurdi".
Il progetto LightUp
Contro cosa protestano? Il progetto LightUp sta cercando di "far luce" sui problemi di cecità causati da particolari condizioni neurologiche che possono interessare solo in Italia oltre 200mila persone ogni anno, come spiegava alcuni giorni fa su Open il ricercatore del progetto Marco Tamietto:
«Quando la mappa che il cervello crea della scena davanti ai nostri occhi è danneggiata, a causa di una lesione cerebrale, alcune funzioni rimangono sorprendentemente intatte – spiega Tamietto – Siamo in grado di afferrare oggetti, evitare ostacoli, riconoscere espressioni facciali, discriminare il movimento.
Tutto questo senza esserne consapevoli. Vogliamo potenziare queste competenze residue e orientare il potenziale di ricupero del cervello, la sua plasticità, promuovere quanto più possibile un recupero della funzione visiva. Per farlo dobbiamo prima studiare i meccanismi fisiologici e neuronali che ne sono alla base».
In breve, gli occhi funzionano ma il cervello non è in grado di "ricreare" le immagini che vedono eppure riescono a percepire alcuni elementi di ciò che li circonda "ricreandoli" con diverse aree del cervello che processano quelle informazioni. In gergo medico, si parla di "blindsight".
Per farlo, lo studio usa sei macachi sui quali viene effettuata una piccola lesione alla corteccia occipitale (la stessa danneggiata dai pazienti con blindsight) che, spiegano i ricercatori, ha conseguenze minime o nulle sulla vista degli animali ma permette di studiare quanto avviene a livello cerebrale. L'utilizzo della sperimentazione animale secondo il protocollo di LightUp è stato ritenuto l'unica via per studiare il fenomeno, condizione necessaria per il via libera dei comitati etici universitari ed europei e del Ministero della Salute che infatti lo aveva autorizzato. Compresa la soppressione quando le misurazioni saranno finite per lo studio anatomico del cervello.