Striscione sul cartellone anti-aborto di Tradate: "Tutti obiettori con l'utero delle altre"
“Tutti obiettori con l’utero degli altri”, hanno scritto i vandali.
A Tradate, il cartellone anti-aborto posizionato da anni accanto alla Varesina è stato parzialmente coperto in settimana da uno striscione contro l'obiezione di coscienza, rimosso dalla Polizia locale.
Cartellone anti-aborto a Tradate, polemica aperta
In passato era già stato diverse volte al centro delle polemiche. In settimana, ignoti hanno attaccato su uno dei due cartelloni posizionati in "punti strategici" della città (l'altro è di fronte all'ospedale) uno striscione con la scritta "Tutti obiettori con l'utero delle altre", contro l'obiezione di coscienza negli ospedali di cui periodicamente si torna a parlare, l'ultima alcuni mesi fa conla raccolta firme per la legge di iniziativa popolare "Aborto al Sicuro", in cui si chiedeva alla Regione un forte intervento a favore delle donne che volessero accedere all'Interruzione Volontaria di Gravidanza. In quell'occasione, i proponenti facevano notare come quello previsto dalla legge 194 fosse un diritto speso negato e disincentivato in Lombardia:
"In Lombardia nel 2017 la percentuale di medici obiettori di coscienza è stata in media del 66,1%. I 5 ospedali di Gallarate, Iseo, Oglio Po, Sondalo e Chiavenna hanno il 100% di obiettori - spiegavano i promotori - Secondo i dati ufficiali che tendono per altro a sottostimare le cifre, in 11 strutture sono oltre l’80%, solo in 8 sono sotto il 50%. Al personale obiettore gli ospedali sopperiscono, parzialmente, con costosi medici “gettonisti” (che in ogni caso non possono effettuare aborti del secondo trimestre). Il metodo farmacologico è disponibile solo nell’8,2% delle strutture lombarde, a fronte del 18,2% della media italiana – continuano – In molti paesi europei l’aborto farmacologico supera abbondantemente il 50% fino al picco della Svezia dove oltre 9 Interruzioni Volontarie di Gravidanza su 10 sono effettuate con la combinazione di farmaci".
FederVita: "Espressione di violenza contro le donne"
Dopo aver rimosso lo striscione dal cartellone anti-aborto, gli agenti della Polizia locale di Tradate hanno avvisato del gesto FederVita, che è intervenuta ieri, sabato, con una nota di condanna al gesto firmata dal presidente di FederVita Lombardia-APS Elisabetta Pittino che definisce la frase dello striscione "offensiva, hate speech" ed esprime "sostegno al MpV-CAV di Tradate, sconcerto per l’atto espressione di violenza verso le donne in generale, verso le donne che si trovano in stato di gravidanza e che si sono rivolte centro di aiuto alla vita e verso le volontarie che le hanno accolte e assistite".
"L'MpV-CAV Tradate, fondato il 7 Aprile 1979, ha aiutato a nascere centinaia di bambini - dichiara l’avvocato Alcide Nicoli, presidente dell’associazione e già consigliere di Federvita Lombardia - I nostri due cartelli, quello più antico dal 30 Ottobre 2003 di fronte all'Ospedale e quello sulla Statale, via Caravaggio, dal 26 maggio 2010 finora non erano mai stati oggetto di atti vandalici. Il MpV-CAV di Tradate denuncia il deprecabile imbrattamento, frutto della mentalità abortista, del proprio cartello che inneggia alla vita ed offre un concreto sostegno alle mamme in difficoltà. Questo incivile episodio conferma la profonda ingiustizia dell'aborto", continua Nicoli che "ringrazia sentitamente la polizia locale di Tradate che ha prontamente provveduto a liberare il cartello dalle ingiuriose scritte".
I dati del Ministero
FederVita, si legge nella nota, si rammarica anche per "le informazioni poco accurate sull’obiezione di coscienza contenute nella frase dileggiante", ricordando che secondo l’ultima relazione del Ministero della salute sulla L.194/78:
"In Lombardia ogni medico non obiettore pratica in media 1,1 IVG alla settimana, mentre la media nazionale è di 1,2 IVG; in ben 175 strutture ospedaliere italiane ci sono decine di ginecologi – 230 – che hanno dato la loro disponibilità a effettuare aborti ma che non vengono utilizzati perché in sovrannumero. In Lombardia ci sono 2,8 punti nascita contro 2,9 punti IVG, quindi i punti IVG sono più numerosi dei punti nascita nonostante le nascite siano più degli aborti (i nati vivi in Italia nel 2018 sono stati 439.747 (fonte ISTAT); nello stesso anno le IVG sono state 76.328, con un rapporto di 5,8:1). Pertanto, l’obiezione di coscienza dei medici non altera il servizio di aborto, mentre sono mancanti i servizi di aiuto alla vita".