La decisione

AstraZeneca solo a chi ha più di 60 anni, per i richiami si useranno Pfizer o Moderna

La raccomandazione del Cts sarà tradotto in forma perentoria nell'ordinanza del ministro Speranza. Regione Lombardia pronta già da domani (12 giugno)

AstraZeneca solo a chi ha più di 60 anni, per i richiami si useranno Pfizer o Moderna
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Dopo giorni di confronti e dibattiti interni, nati in seguito alla morte della diciottenne ligure Camilla Canepa, il Comitato tecnico scientifico si è espresso: il vaccino AstraZeneca sarà somministrato alle persone con più di 60 anni di età. Per chi ha già ricevuto la prima dose e ha meno di 60 anni, saranno utilizzati i vaccini Pfizer o Moderna per i richiami.

Nientre Astrazeneca agli under60, cambio anche per i richiami

La novità, che impatterà necessariamente sull’organizzazione complessiva della campagna vaccinale, è stata illustrata oggi, venerdì 11 giugno, in conferenza stampa dal Ministro della Salute Roberto Speranza, che ha specificato come le nuove indicazioni arrivate dal Cts saranno tradotte nell’ordinanza che firmerà nelle prossime ore in forma perentoria. Tradotto: la somministrazione di vaccini diversi a seconda delle diverse fasce d’età sarà obbligatoria.

«La campagna di vaccinazione è lo strumento per chiudere definitivamente questa stagione così difficile – ha sottolineato Speranza -. Crediamo fermamente nella scienza che ci ha offerto questi vaccini. Ringrazio gli italiani che stanno aderendo alla campagna: siamo quasi a un italiano su due che ha ricevuto la prima dose, dobbiamo ancora accelerare».

La nota di Regione Lombardia

Con una nota, Regione Lombardia ha reso noto che «da domani, sabato 12 giugno, secondo quanto disposto dal Comitato Tecnico Scientifico, le seconde dosi agli over 60 vaccinati con AstraZeneca saranno fatte con lo stesso vaccino. I richiami delle persone under 60 vaccinate in prima dose con AstraZeneca verranno invece effettuate con un altro vaccino. Tutti i vaccini - conclude la nota - sono validati da Ema ed Aifa e sono sicuri».

Il perché di AstraZeneca dai 60 anni in su

Il 45 per cento degli italiani ha ricevuto almeno una dose e circa una persona su quattro ha completato il ciclo vaccinale. Sulla base di questi numeri e di uno scenario epidemiologico mutato il Cts ha scelto di modificare le indicazioni sulla somministrazione delle diverse tipologie di vaccini.

«Con Aifa e con le altre istituzioni sanitarie del Paese, compreso il Ministero e la struttura commissariale, abbiamo ritenuto opportuno rivalutare le indicazioni all’uso del vaccino AstraZeneca – ha spiegato Franco Locatelli, coordinatore del Cts - perchè essendo mutato lo scenario epidemiologico il rapporto tra benefici derivanti dalla vaccinazione e potenziali rischi declinati come trombosi rare (arteriose, al cervello o nei grossi vasi addominali) cambia in funzione dell’età».

«Il Cts – ha aggiunto Locatelli - ha raccomandato per le prime dosi di riservare AstraZeneca a coloro con un’età uguale o superiore ai 60 anni. Al di sotto di tale età c’è invece la raccomandazione per i vaccini a mRna. Per le seconde dosi di AstraZeneca, la raccomandazione è di usare lo stesso vaccino per i soggetti oltre i 60 anni di età. Per gli under60, pur in assenza di segnali di allerta preoccupanti, raccomandiamo di considerare l’ipotesi di una vaccinazione con un diverso tipo di vaccino».

Ora bisognerà capire come sarà rimodulata la campagna vaccinale, soprattutto per quelle persone con meno di 60 anni che hanno ricevuto AstraZeneca e che sono in attesa del richiamo. Sulla base delle ultime raccomandazioni dovrebbe essere usato Pfizer o Moderna, ma così facendo necessariamente saranno “tolte” dosi a classi d’età per le quali si sono aperte le prenotazioni nei giorni scorsi.

Zone bianche

Il Ministro Speranza ha anche confermato la frenata del contagio in tutto il Paese, con un Rt nazionale che si è stabilizzato a 0.68 (valore identico alla scorsa settimana) e un’incidenza settimanale di contagi pari a 26 casi ogni 100 mila abitanti. In serata, inoltre, firmerà una seconda ordinanza grazie alla quale Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Puglia e la Provincia autonoma di Trento saranno classificate in zona bianca.

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