Ancora maltrattamenti in asilo, stavolta a Brescia: telecamere in tutti gli asili | I precedenti: VIDEOGALLERY
Parolacce, spintoni e punizioni come il mancato cambio del pannolino o la sottrazione del cibo ai bambini.
Ancora, purtroppo. Sembra un perverso appuntamento fisso: questa volta, l’ennesima storia di violenze fra i muri di una scuola dell’infanzia arriva da Brescia, più precisamente da Rodengo Saiano, lungo la direttrice che dal capoluogo di regione porta verso il lago d’Iseo. Maltrattamenti in asilo che hanno portato all’arresto di tre maestre, anche se invece del carcere è stata applicato l’obbligo di presentazione quotidiana alla Polizia giudiziaria.
Maltrattamenti in asilo a Brescia
Parolacce, spintoni o punizioni come il mancato cambio del pannolino o la sottrazione del cibo ai bambini: tutto accertato grazie a telecamere nascoste e intercettazioni ambientali. Fortunatamente, la segnalazione di un genitore e la testimonianza di una ex dipendente della struttura hanno fatto partire le indagini della Squadra Mobile di Brescia verso la fine del 2018.
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Servono le telecamere in tutti gli asili
L’episodio s’inquadra in una tematica di scottante attualità. Proprio a fine maggio le commissioni Lavori pubblici e Ambiente del Senato hanno approvato un emendamento al decreto ‘Sblocca cantieri’ che destina fondi per telecamere in scuole d’infanzia e strutture di assistenza e cura di anziani e disabili.
La Giunta regionale della Lombardia solo pochi giorni prima aveva approvato lo stanziamento per gli stessi motivi in nidi e micro-nidi di 600mila euro per telecamere a circuito chiuso negli asili nido e formazione degli operatori per un totale di 900mila euro.
“In Lombardia – ha annunciato l’assessore alle Politiche per la famiglia Silvia Piani (Lega) – le prime telecamere potranno essere già installate entro settembre, per essere operative all’apertura dell’anno scolastico. I sistemi saranno a circuito chiuso e le immagini ad uso esclusivo dell’autorità giudiziaria”.
Gli ultimi casi: violenza a Vercelli
Altri maltrattamenti in asilo nido accertati a inizio aprile a Crescentino, nel Vercellese al condine con la Città metropolitana di Torino. Tutto è partito dalla denuncia di una mamma che alla fine del 2018 si è presentata dai Carabinieri denunciando che sua figlia era tornata a casa da scuola con lividi al viso e un labbro rotto.
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A marzo nel Comasco e nel Pavese
A fine marzo, a Cernobbio, vicino a Como, una maestra d’asilo di 58 anni era finita ai domiciliari strattonamenti, a volte schiaffi, e offese verbali ai danni dai piccoli.
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A Varzi, nel Pavese, pochi giorni prima erano stati disposti gli arresti domiciliari per la titolare di un asilo e denunciate a piede libero anche due collaboratrici, per abuso dei mezzi di correzione nei confronti di minori.
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In Brianza un caso simile a Varedo
Purtroppo anche la Brianza non è nuova a fatti di questo genere. Ricordiamo il precedente di Varedo dove una maestra italiana che insegnava in una scuola materna è finita agli arresti domiciliari per maltrattamenti nei confronti degli alunni della sua classe, tutti di età compresa tra i 4 e i 6 anni.
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Violenze anche a Pero
Nel Milanese, c’era stato anche il caso di Pero, dove nel novembre scorso, i Carabinieri hanno predisposto gli arresti domiciliari per un maestro di una scuola materna. I militari nel corso dell’indagine hanno documentato ben 42 episodi violenti ai danni dei bambini.
E sempre in Piemonte ancora a Vercelli e in Val Susa
Nel 2017 il caso della materna Korczak di Vercelli. La decisione del giudice nel maggio 2018: due maestre sono state condannate a 2 anni e 4 mesi di carcere. La vicenda aveva fatto scalpore in tutta Italia.
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Infine anche un altro caso, sempre in Piemonte, nel gennaio 2018. A finire ai domiciliari un’insegnante 59enne di Susa, accusata di aver strattonato offeso e anche colpito alcuni alunni di una scuola dell’Infanzia. Come per Vercelli le prove sono state fornite da video girati da telecamere nascoste.