Al lavoro per gli "hotspot diffusi" coi tamponi rapidi e i medici di base
L'idea è quella di avere postazioni su tutto il territorio per fare i tamponi rapidi agli asintomatici: solo se positivi saranno inviati il giorno dopo a quello molecolare
Il Coordinatore Covid di Ats Marco Magrini ha chiuso alle proposte di apertura di nuovi punti tampone "classici" avanzate da alcuni sindaci, tra cui quello di Saronno. Ma ha fatto sapere che è al lavoro per gli "hotspot diffusi" dove eseguire quelli rapidi.
"Hotspot diffusi" per i tamponi rapidi
Forse si sta trovando una soluzione per permettere ai medici di base di effettuare i tamponi rapidi, come chiesto da Governo e Regione nelle scorse settimane, finora senza troppo successo. Nessun obbligo, com'era stato proposto in consiglio regionale da consiglieri di tutto lo spettro politico, ma accordi fra medici di base, Ats e territori per la messa a disposizione di spazi, dispostivi di protezione e, ovviamente, test.
Soluzione incarnata in un sistema di "hotspot diffusi", opposto per diversi motivi a quello usato per i tamponi molecolari che si basa invece su punti tampone meno diffusi ma più "capienti".
"Ho parlato proprio ieri, giovedì 12 novembre, coi sindaci - ha fatto sapere Magrini - L'idea è di creare un'operatività per la quale il medico prenota il tampone rapido attraverso il nostro portale, lo invia ad eseguirlo in uno di questi hotspot e in caso di positività il giorno dopo si può subito fare il molecolare, così da tracciare i sospetti Covid e lasciarli a casa".
Una volta partito ed entrato a regime, il nuovo "percorso" riguarderà solamente i sintomatici e paucisintomatici, sui quali il tampone rapido ha una sensibilità equivalente a quella del tampone molecolare. Questi saranno inviati prima all'hotspot "rapido" e vicino a casa per una prima "scrematura". Se negativo, non è Covid. Se positivo, si passerà al tampone molecolare in uno dei punti tampone, dove si seguirà poi la procedura odierna.
I numeri
Ad oggi, ha fatto sapere Ats, sono circa 180 i medici di tutta Ats Insubria ad aver aderito alla chiamata ai tamponi rapidi, una piccola parte degli oltre 800 delle due province. Ma il loro numero potrebbe crescere una volta messi a disposizione da parte di Comuni e istituzioni di spazi idonei per effettuare i tamponi rapidi (il maggiore problema come evidenziato dall'Ordine dei Medici). L'incognita riguarda anche il numero di test rapidi che saranno a disposizione: al momento quelli forniti dallo Stato e acquistati da Arcuri sono poco più di 8mila, troppo pochi.
La situazione dei punti tampone
Magrini ha fornito un aggiornamento sui punti tampone attivati nel territorio:
"Alle Fontanelle ormai siamo attivi da diversi giorni con 7 postazioni per 1200/1300 tamponi al giorno. Sta funzionando bene e potenzialmente possiamo arrivare anche a 2mila tamponi ampliando gli orari - ha spiegato Magrini - anche dal punto di vista degli esiti siamo a buon punto, con le comunicazioni in 24/48 ore. In via Ottorino Rossi va discretamente bene, con 450 tamponi/giorno. Da due settimane abbiamo iniziato i tamponi rapidi a studenti e personale scolastico in via Monte Generoso, con circa 600/700 persone chiamate al giorno di cui ne arriva la metà, dato che molti studenti preferiscono, come permesso, fare solo l'isolamento di 14 giorni.
Ieri siamo partici con il punto tamponi a Cassano Valcuvia, abbiamo fatto oltre 200 tamponi e per oggi abbiamo convocato 350 persone. A Como siamo partiti in via Castelnuovo coi rapidi, 300 tamponi per 600 convocati, e con una nuova postazione per i molecolari. Ad Erba facciamo 250 tamponi al giorno, a Rovellasca 300. In più continua l'attività a Malpensa, con 150 tamponi per i rientri dall'estero e 350 per il territorio.
"No a nuovi punti tampone"
Spiegando questo progetto, Magrini ha anche confermato che dopo quello di Solbiate Olona alla caserma Ugo Mara, per il quale si sta cercando una soluzione con Asst Sette Laghi, non saranno aperti nuovi punti tampone molecolari, rispondendo quindi anche al sindaco di Saronno Augusto Airoldi che nei giorni scorsi aveva avanzato la proposta ad Ats Insubria:
"I sindaci vorrebbero fare punto tamponi in ogni cantuccio. I punti tampone attivati sul territorio sono più che sufficienti, invece di aprirne nuovi conviene potenziare quelli. Ma coi sindaci si può, e si deve, mettere in campo l'attività per gli hotspot diffusi per i tamponi rapidi e i medici di base".