Cronaca

Addio Jacopo, morto in moto a 33 anni

Andrisani, volto noto a Cislago e Gerenzano, è rimasto vittima di un incidente a Bollate; lascia una figlia di tre anni.

Addio Jacopo, morto in moto a 33 anni
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Era in sella alla sua amata moto, a soli 50 metri dalla casa dei genitori, era appena stato a tifare per suo papà Antonio e suo fratello Mattia a una partita di calcetto, passione che univa l’intera famiglia, ma il destino è stato con Jacopo Andrisani crudele: un tragico incidente gli ha spezzato la vita nel fiore degli anni, a 33 anni, in via Trento a Bollate. Jacopo era un volto noto anche a Gerenzano, dove aveva vissuto negli ultimi anni, e a Cislago, dove accompagnava la figlia di tre anni alla scuola materna.

L'incidente mortale in moto

Secondo una prima ricostruzione, poco prima delle 21 di giovedì scorso, alla guida di un’auto ci sarebbe stato un 25enne che, durante un’inversione a «U», si è schiantato contro la moto di Andrisani. L’impatto è stato violentissimo e, nonostante i disperati tentativi di salvargli la vita da parte dei soccorritori, il 33enne è morto dopo poche ore all’ospedale Niguarda di Milano, dove era stato trasportato d’urgenza in condizioni gravissime.

Il ricordo del papà

«La moto era una sua grande passione. A 14 anni ha preso il suo primo patentino e ormai era un esperto pilota. Chiunque è stato in sella con lui ha confermato la sua prudenza e il rispetto dei limiti di velocità. Quella maledetta sera era arrivato a soli 50 metri dalla nostra casa, ma il destino crudele non gliel’ha fatta raggiungere», racconta il padre Antonio, a nome della moglie Simona, entrambi comprensibilmente disperati. Jacopo è sempre stato un ragazzo speciale e maturo: «Non aveva né grilli per la testa né vizi ed era così socievole ed espansivo che era pieno di amicizie, costruite ai tempi della scuola e grazie alle passioni per la moto e per il calcetto. Purtroppo si era rotto per due volte il ginocchio e dunque non poteva più giocare, ma era così appassionato che veniva a tifare per me e per suo fratello. Non aveva mai avuto screzi con nessuno e aveva trasformato la sua passione per i tatuaggi in una professione, lavorando in uno studio a Guanzate». Sia lui sia il fratello minore Mattia avevano regalato ad Antonio e alla moglie Simona una gioia enorme, quella di diventare nonni: «Jacopo aveva una bimba di tre anni e mezzo, l’unica cosa che oggi ci resta di lui e per questo le staremo vicini rinnovandole la memoria di suo papà. Era un padre premuroso, esemplare e sempre presente. Mi ha stupito la sua bravura nonostante fosse diventato genitore in giovane età».