Accoltellamento a Castiglione, la vittima parla: i due carabinieri e il racket
La vittima dell'accoltellamento ha fornito la sua versione: i due carabinieri lo avrebbero taglieggiato
Fuori pericolo il 36enne marocchino accoltellato la notte del 5 luglio a Fondo Campagna, Castiglione Olona. E prime dichiarazioni: dietro quanto successo, ci sarebbero le estorsioni dei due carabinieri agli spacciatori. Il pizzo.
Accoltellamento a Castiglione, il racket delle due divise
L'aggressione, la collutazione e il colpo di coltello per difendere il collega. Un avvertimento, forse una punizione o il passaggio dalle parole ai fatti verso un pusher che non pagava.
Sono ormai queste le due versioni alternative sull'accoltellamento avvenuto a Fondo Campagna la notte fra il 5 e il 6 luglio. La prima è quella dei due carabinieri, uno in forze alla Compagnia di Luino, l'altro alla Stazione di Malnate, fermati, sospesi dal servizio e sottoposti alla misura cautelare in carcere per tentato omicidio, rapine aggravate, sequestro di persona e porto abusivo di armi. L'altra, è quella che la vittima dell'accoltellamento, un 36enne marocchino, ha cominciato a tratteggiare al proprio legale e agli inquirenti nei giorni scorsi, appena le sua condizioni cliniche sono migliorate permettendogli di parlare.
Altri casi?
L'accoltellamento potrebbe essere solo la punta dell'iceberg. I due militari sarebbero stati "sotto osservazione" già da tempo da parte dei colleghi. L'indicazione agli atti come parte offesa anche del fratello della vittima, attualmente residente in Spagna, è indizio che prima del 5 luglio altro sarebbe già successo.
Saranno le indagini, che proseguono e che attendono ora gli esiti del tossicologico sui due carabinieri e l'analisi delle ferite sul marocchino, a fare chiarezza.