Ciclismo

Us Legnanese, Artem e Maksym simbolo di una storia di pace

I due giovani, il primo russo e il secondo ucraino, compagni di squadra nel gruppo Allievi.

Us Legnanese, Artem e Maksym simbolo di una storia di pace
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All'Us Legnanese una storia di ciclismo e di pace, di sport e fratellanza. Protagonisti Artem e Maksym, della squadra Allievi, il primo russo, l'altro ucraino.

Sport e fratellanza

Una piccola storia di sport che simboleggia amicizia e fratellanza. Artem, di origine russa, e Maksym ucraino, si sono incontrati nella squadra Allievi della Us Legnanese 1913, storica società di ciclismo organizzatrice della Coppa Bernocchi e delle gare G.P. Pino Cozzi e Targa d'oro Città di Legnano. Attraverso le loro pedalate e le loro sfide, i due ragazzi hanno scoperto un'amicizia che va oltre le barriere culturali e nazionali. Unione Sportiva Legnanese 1913, un nome che nel racconto di Artem e Maksym diventa una storia di grande attualità su cui riflettere. I due vestono la stessa maglia, si allenano con impegno per le strade dell’Altomilanese e, mentre spingono sui pedali, raccontano un’unione possibile in nome dello sport.

Artem e Maksym: le loro storie

I due giovani hanno provenienza e cultura diversa: Artem è originario di Donetsk ha vissuto i primi anni della sua vita nel mezzo del sanguinoso conflitto tra il governo ucraino e le regioni separatiste. Fuggito con la sua famiglia in Russia, ha poi trovato rifugio in Italia dove è stato accolto dal papà adottivo italiano. Per lui la bicicletta è diventata il modo per scoprire il nuovo Paese e per condividere una passione con la nuova famiglia.  Al suo fianco, si allena Maksym, nato e cresciuto in Ucraina occidentale, territorio colpito dal conflitto russo-ucraino che ha sconvolto la sua terra natale. Maksym è stato accolto in Italia dalla nonna paterna e qui ha potuto vivere la passione per la bicicletta trasmessagli dal nonno.

Un'emozione vederli correre

Guardare Maksym e Artem correre insieme, sotto la direzione sportiva di Walter Jordan, è un’emozione che va oltre ai risultati sportivi: è accarezzare l’idea che lo sport può, e deve, essere il luogo dove si può competere, ma non combattere. In nome dello sport i due ragazzi hanno saputo stringere una sincera amicizia che ha saputo travalicare le barriere culturali e i confini nazionali, pedalando insieme verso l’unica strada auspicabile, quella della pace.

“Questa è la bellezza del ciclismo che ha unito questi due ragazzi e il resto dei compagni in un'unica squadra, mostrando a tutti noi che nel cuore dello sport c'è sempre spazio per la comprensione e la fratellanza – ha commentato il vice presidente Gianni Dolce - L’ Us Legnanese 1913 non è solo una squadra di ciclismo, ma un luogo dove le differenze si trasformano in forza e dove la passione per il pedale è il linguaggio universale che tutti comprendono”.

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