Turate, al via il patto educativo di comunità tra Comune e scuole
L'assessore Guzzetti: "E' necessario favorire un’azione condivisa fra Comune, Scuola e anche Parrocchia, con lo scopo di dare insieme risposte a situazioni anche serie".

Turate, l'assessore all'Istruzione Loris Guzzetti fa il punto sui rapporti con l'Istituto comprensivo in vista dell'imminente anno scolastico.
In vista del nuovo anno scolastico, come l'amministrazione supporterà e collaborerà con l'istituto comprensivo?
La collaborazione con l’Istituto Comprensivo è da sempre un obiettivo centrale.
Col nuovo anno scolastico, vogliamo aggiungere un nuovo strumento di lavoro condiviso, cioè il “Patto educativo di comunità”.
É uno strumento particolarmente promosso dall'attuale Ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, e che intendiamo realizzare anche sul nostro territorio per rafforzare la rete fra le istituzioni educative ed affrontare insieme problemi, ma anche opportunità, che caratterizzano il percorso educativo dei nostri ragazzi. Riserveremo una particolare attenzione anche ai genitori, offrendo momenti di sensibilizzazione e supporto. Non crediamo ci sia un’emergenza educativa a Turate. Tuttavia, è necessario favorire un’azione condivisa fra Comune, Scuola e anche la nostra Parrocchia, con lo scopo di dare insieme risposte a situazioni anche serie che, va riconosciuto, colpiscono pure la nostra comunità. Scegliamo insomma di arricchire l’offerta educativa rivolta ai cittadini, attraverso iniziative ed attività educative aggiuntive, oppure favorendo momenti di confronto periodici su particolari questioni oppure ancora con la promozione di campagne di sensibilizzazione dall’alto profilo educativo. Vogliamo “fare rete” sui temi più critici (esempio benessere psicologico, dipendenze, dispersione scolastica, uso scorretto dei social network), e abbiamo scelto quindi di attivare questo nuovo strumento.
Come procede il percorso di valorizzazione degli edifici storici turatesi?
Valorizzare il patrimonio culturale turatese è un altro obiettivo centrale nelle nostre scelte politiche. Stiamo realizzando iniziative di ampio respiro, cioè che inseriscono Turate in un contesto più ampio, che va oltre la visione del “locale”, culturalmente limitante. Ne è un esempio l’inserimento dei nostri edifici storici nella rassegna di visite guidate “Ville Aperte” della Provincia di Monza e Brianza, a cui abbiamo aderito nel 2021 in maniera ben strutturata, e che riproporremo con convinzione il prossimo autunno. Altro esempio è la Festa della Filosofia dello scorso 18 giugno, che ha visto Turate protagonista in una rassegna di incontri di alto profilo, suddivisi fra ben 10 Comuni del circondario. In questa occasione, abbiamo dato noi il via alla rassegna, ospitando il primo incontro nella splendida cornice di Palazzo Pollini. Intendiamo quindi procedere con le politiche di valorizzazione che concretamente si traducono da una parte nel desiderio di “aprire le porte” dei nostri edifici storici, facendo conoscere a tutti l’arte e la storia che custodiscono. Dall’altra, stiamo mettendo in campo ogni sforzo utile per partecipare a bandi di finanziamento e per prevedere nuovi strumenti per reperire le risorse necessarie per gli interventi di restauro e di tutela, di cui c’è bisogno.
Dopo il difficile periodo di pandemia, cosa si intende organizzare per incentivare la socializzazione e l’aggregazione in paese?
Come ribadito più volte anche in Consiglio comunale, l’impatto del covid sulla socializzazione e l’aggregazione è stato devastante. Il nostro obiettivo resta la promozione di iniziative che possano vedere un loro pieno ritorno, compatibilmente però con le regole vigenti o, più semplicemente, con il buon senso, visto il contesto sanitario ancora fragile. Abbiamo notato purtroppo una disabitudine diffusa alla partecipazione di eventi in spazi chiusi, come ad esempio presso il Polifunzionale, la Biblioteca o la Sala consigliare, nonostante il rispetto delle misure di sicurezza. Questo è un fatto triste, non solo per la riuscita degli eventi in sé. Speriamo infatti che non sia il segnale di un rischio sociale potenzialmente grave, cioè la disaffezione e il distacco dei cittadini dai tradizionali centri di aggregazione del nostro Comune. Per impedire che ciò accada, uno sforzo collettivo è necessario.