La nota dei sindacati

Trasporti sanitari esternalizzati, i sindacati contro la Sette Laghi

I sindacati denunciano una "flotta insufficiente", inferiore al periodo precedente l'affidamento del servizio a un operatore esterno. "Dove ci stiamo dirigendo? Verso un (dis)servizio migliore?"

Trasporti sanitari esternalizzati, i sindacati contro la Sette Laghi
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Continuano le frizioni fra i sindacati e l'Asst Sette Laghi. Questa volta l'argomento è il servizio di trasporti sanitari che a luglio l'azienda aveva deciso di affidare a un unico operatore esterno mantenendo la gestione "in house" solo al Del Ponte. Le sigle: "Modello insostenibile, poche ambulanze rispetto a prima".

Di seguito la nota condivisa delle sigle sindacali.

Trasporti sanitari, nuovo scontro sindacati-Asst Sette Laghi

Puntualmente e profeticamente si avverano, a pochi mesi dall’avvio dell’appalto del servizio dei trasporti sanitari in ambulanza, le previsioni formulate dalle Organizzazioni Sindacali del Comparto Sanità, che intervengono con una nota di merito.

Dallo scorso luglio pressoché tutti i servizi di trasporto sanitario prima effettuati dal servizio ambulanze aziendale e da diverse Associazioni, a vario titolo, del Terzo Settore sono stati affidati ad un solo operatore economico esterno, mentre lo storico servizio ambulanze aziendale interno è rimasto attivo solo presso l’Ospedale del Ponte.

Nonostante i proclami aziendali della vigilia circa l’introduzione di una nuova strategia organizzativa che avrebbe consentito di superare frammentazioni e criticità e rendere più efficiente un servizio di estrema delicatezza ed importanza, la realtà oggi appare di tutt’altro aspetto.

Il servizio di centralino preposto alla presa in carico e gestione dei servizi, che avrebbe dovuto essere inglobato dalla centrale Quick door point del Monoblocco, si è solo trasferito dalla Palazzina 13 al Padiglione Santa Maria del Circolo e nella sola fascia diurna, mentre in quella notturna il nuovo operatore economico riceve e gestisce le richieste direttamente presso il proprio centralino.

Come anticipato dalle Organizzazioni Sindacati ben prima dell’avvio del nuovo servizio, l’impiego di una flotta di ambulanze numericamente inferiore a quella precedente, deficitaria sia nella fascia notturna e nei week end, i fattori di imprevedibilità ed emergenza e il venir meno dell’apporto del Terzo Settore, non poteva che tradursi in un modello non sostenibile rispetto alle reali necessità, se non a costo di inevitabili disservizi per l’utenza, in termini di ritardi e dilatazione dei tempi di attesa.

E così si è verificato un primo atto di estensione in termini economici del contratto di appalto in essere a partire dal mese di dicembre, tradotto: ulteriori oneri finanziari per aumentare il numero delle ambulanze presenti ovvero € 150.000 ca in aggiunta all’importo di € 1.500.000 ca annuo dell’appalto iniziale e che vanno peraltro a sommarsi agli ulteriori costi già sostenuti per i servizi aggiuntivi che sono stati ben superiori a quelli previsti.

Del resto, osservano le parti sociali, le difficoltà da parte dell’Azienda nel partorire un modello organizzativo coerente si erano già palesate quando, nel 2020, i due precedenti bandi di appalto erano stati revocati; lo scenario pandemico inoltre non poteva che complicare il quadro, tant’è che in queste settimane si è predisposto, come in passato, un ulteriore appalto specifico per il trasporto di pazienti covid+ per € 111.000 ca.

Tuttavia, chiudono i sindacati, se da un lato si registrano investimenti volti a fronteggiare le criticità emerse, situazioni spesso segnalate anche dalle OO.SS. durante gli incontri sindacali, dall’altro lo storico servizio ambulanze aziendale interno oggi rimasto attivo solo presso l’Ospedale del Ponte si trova come ieri alle prese con una progressiva riduzione degli autisti in servizio ed un parco mezzi da molti anni totalmente dipendente da atti di donazione.

Non resta che una domanda, la “domanda”: Dove ci stiamo dirigendo? Verso un (dis)servizio migliore?

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