Suolo pubblico conteso da due attività commerciali: il Tar dà ragione al Comune
Il Tribunale amministrativo regionale ha emesso un’ordinanza sul ricorso presentato da un esercizio pubblico di Lazzate contro il Comune di Lazzate e nei confronti di un altro esercizio pubblico. L’ordinanza del Tar “rigetta l'autorizzazione al superamento dei limiti dimensionali del ricorso introduttivo e dei motivi aggiunti”, “rigetta la domanda cautelare” e “compensa le spese della presente fase di giudizio”. Sostanzialmente non ravvisa motivi per sospendere o annullare gli atti compiuti dal Comune.
Occupazione suolo pubblico, il Tar dà ragione al Comune
La vicenda riguarda una richiesta di occupazione di suolo pubblico che l’Amministrazione comunale ha concesso, decidendo, in presenza di una richiesta analoga, di distribuire equamente lo spazio a disposizione. L’iniziativa di ricorrere al Tribunale amministrativo regionale da parte dei titolari dell’esercizio pubblico, ha costretto l’Amministrazione comunale a difendersi in giudizio, con una spesa complessivamente impegnata di 9100 euro, di cui 3800 euro già liquidati per questa prima fase, in attesa dei successivi pronunciamenti del Tar sul ricorso principale.
Nelle motivazioni dell’ordinanza del Tar si legge tra l’altro che “non sembra che la riduzione della superficie esterna fruibile possa portare ad una cessazione dell'attività derivante da un costante calo di fatturato (per come allegato dalla ricorrente), tenuto conto che l'attività di bar è comunque esercitabile all'interno del locale e nei 21,78 mq oggetto di concessione e fermo restando che l'esigenza di bilanciamento degli interessi in gioco – consustanziale alla natura interinale della tutela cautelare – sarebbe inevitabilmente compromessa ove si concedesse una misura che inibisca in toto la società controinteressata dall'operare all'esterno”.
Si tratta - si legge in una nota del Comune di Lazzate - di un pronunciamento che riconosce pienamente le ragioni all’origine della decisione dell’Amministrazione comunale. La sentenza respinge anche le contestazioni riguardanti “il saltuario e limitato sconfinamento dalla propria superficie (comunque oggetto di un recente controllo da parte della Polizia locale), nonché l'apposizione delle piante, la cui presenza non può costituire l'unico motivo che porta la clientela a preferire il bar della controinteressata, che comunque agisce nell’ambito di un confronto concorrenziale con l'attività della ricorrente che porta verosimilmente, in una logica imprenditoriale, all'adozione di misure che possano attrarre maggiormente i potenziali avventori”.
"Arrabbiato perché i cittadini non si meritano tutto questo"
“Il Comune - commenta il sindaco Andrea Monti - dopo avere adottato una soluzione di assoluto buon senso di fronte a due richieste di occupazione di suolo pubblico per la stessa area, è stato trascinato in un contenzioso amministrativo per una vicenda che riguarda normali questioni di concorrenza commerciale tra locali”.
“Sono davvero arrabbiato, perchè i cittadini e contribuenti di Lazzate non si meritano tutto questo. E’ evidente che in questa vicenda, gli unici a rimetterci sono proprio i cittadini di Lazzate, che dopo aver dovuto rinunciare per lungo tempo ad un’area preziosa del centro storico, che l’Amministrazione in un’ottica di promozione della qualità urbana e di vivibilità ha sempre concesso volentieri in uso ad attività commerciali, devono sobbarcarsi anche le spese di un contenzioso giudiziario decisamente evitabile, pur avendo riconosciute tutte le ragioni da parte del Tribunale. Spiace perché di fronte a questo scenario, a questo punto ci vedremo costretti in futuro ad una maggiore riflessione sull’opportunità di concedere aree pubbliche per lo svolgimento di attività commerciali”.