Stop alla violenza contro le donne: il flash mob a Gerenzano
Esprimiamo profonda gratitudine agli attori che, con la loro partecipazione, hanno dato un valore aggiunto alla manifestazione
In occasione della "Giornata Internazionale dell’eliminazione della violenza contro le donne", l'Amministrazione Comunale di Gerenzano ha organizzato sabato 23 novembre 2024 un momento teatrale di letture interpretate (regia di Cristina Anna Conca) presso la PANCHINA ROSSA di via Largo Fagnani.
Stop alla violenza contro le donne: il flash mob a Gerenzano
Esprimiamo profonda gratitudine agli attori che, con la loro partecipazione, hanno dato un valore aggiunto alla manifestazione. Grazie alla loro interpretazione, è stato possibile trasmettere con intensità le emozioni e il dolore di chi ha affrontato esperienze difficili. La loro presenza non solo ha reso tangibile queste realtà, ma ha anche offerto uno spunto di riflessione sul coraggio e sulla determinazione necessari per rialzarsi e ricominciare.
Grazie a Cristina Anna Conca per la regia di questo momento, a “Il giardino incantato” per aver donato la rosa bianca e a tutti i cittadini intervenuti.
Il discorso del sindaco Castagnoli
Il discorso del Sindaco Stefania Castagnoli:
"Carissime cittadine e carissimi cittadini, e tutte le persone qui riunite oggi,
vi ringrazio per essere qui, per dare voce e visibilità a un tema che non può e non deve essere ignorato: la violenza contro le donne. Ogni anno, il 25 novembre ci invita a fermarci e riflettere, ma soprattutto ci spinge ad agire.
I numeri, purtroppo, parlano chiaro. Secondo gli ultimi dati, una donna su tre nel mondo ha subito violenza fisica o sessuale almeno una volta nella vita. In Italia, ogni giorno assistiamo a casi di abusi e violenze che sfociano troppo spesso in tragedie, con il femminicidio che rimane una piaga da debellare. Questi dati non sono solo numeri, ma storie, volti, vite distrutte.
È nostro dovere, come comunità e come istituzioni, agire concretamente. Questo significa innanzitutto promuovere una cultura del rispetto e dell’uguaglianza, a partire dalle scuole, dall’educazione dei più giovani. Occorre insegnare che nessuna forma di violenza è accettabile, che il rispetto reciproco è alla base di ogni relazione sana, che ogni persona ha il diritto di vivere libera dalla paura.
In questa battaglia, le istituzioni e i cittadini non sono soli. Sul nostro territorio possiamo contare sulla presenza di associazioni straordinarie, come Rete Rosa, che lavorano ogni giorno per offrire ascolto, supporto e rifugio alle donne vittime di violenza. Questi centri non sono solo luoghi fisici, ma veri e propri punti di riferimento, in cui le donne possono trovare accoglienza, protezione e strumenti per ricostruire la propria vita.
Voglio cogliere questa occasione per ringraziare pubblicamente tutte le persone che, con dedizione e coraggio, lavorano in questi centri. Il loro è un contributo fondamentale, e il nostro compito, come istituzioni e come cittadini, è quello di sostenerle, per creare una rete sempre più efficace.
Ma vorrei anche che l’incontro di oggi fosse un momento di celebrazione della vita e del rispetto. Perché il rispetto è il fondamento di ogni relazione autentica, sana, capace di generare armonia e bellezza. Rispettare significa riconoscere nell’altro un valore unico, significa ascoltare senza giudicare, accogliere senza prevaricare.
La vita è un dono straordinario, e ogni essere umano ha diritto di viverla nella pienezza, nella libertà, nella dignità. Nessuno ha il diritto di sminuire, controllare o annullare un’altra persona.
Oggi siamo qui non solo per dire “no” alla violenza, ma anche per dire un forte e deciso “sì” alla vita. Un “sì” che significa rispetto per se stessi e per gli altri, educazione all’uguaglianza, empatia nei confronti di chi soffre, e responsabilità nel costruire una società dove nessuno debba temere di essere se stessoVoglio soffermarmi su un aspetto cruciale: il ruolo delle persone che ci stanno vicine, dei familiari, degli amici, dei colleghi, nel riconoscere i segnali di una relazione tossica e nell’essere un sostegno concreto per chi ne è vittima.
Le relazioni tossiche e violente spesso non iniziano con l’abuso fisico. Esse si manifestano attraverso dinamiche sottili, come il controllo, la manipolazione emotiva, il senso di colpa, l’isolamento dai propri cari, la svalutazione continua. Questi segnali possono essere difficili da cogliere, anche per chi li vive, perché si nascondono sotto il velo della quotidianità e, spesso, sotto la giustificazione di “farlo per amore”.
Ed è qui che il ruolo delle persone vicine diventa fondamentale. Chi vive una relazione tossica può non accorgersi subito di quello che sta accadendo, o sentirsi confuso e in colpa. Per questo, è importante che amici e parenti siano attenti e sappiano intervenire con empatia e sensibilità.
Ma come possiamo tutti essere più presenti e più preparati a sostenere chi si trova in difficoltà? Imparando a riconoscere i segnali, offrendo un ascolto senza giudizio, non minimizzando, ma sostenendo chi soffre per non arrendersi.
E’ necessario che come comunità impariamo a riconoscere e contrastare la cultura del silenzio e della paura. Dobbiamo combattere l’idea che sia un problema privato, che “non ci riguarda”. Ogni volta che ignoriamo un segnale o scegliamo di non intervenire, contribuiamo a perpetuare un sistema che permette alla violenza di esistere.
Voglio quindi rivolgermi a tutti voi qui presenti: guardiamoci intorno, non chiudiamo gli occhi, impariamo a riconoscere i segnali di pericolo e offriamo il nostro aiuto a chi ne ha bisogno. Non serve essere esperti, basta essere umani.
Perché una parola, un gesto, un sostegno incondizionato possono salvare una vita.
E proprio oggi, il nostro ritrovo davanti alla panchina rossa, simbolo universale della lotta contro la violenza sulle donne, ci ricorda il nostro impegno come comunità. Questa panchina rappresenta non solo il ricordo delle vittime, ma anche un monito per il futuro: è un invito a non distogliere mai lo sguardo e a non restare in silenzio.
Tra poco avremo l’onore di assistere a un momento di letture interpretate, che darà voce alle storie di chi ha subito violenza. Attraverso queste letture, toccheremo con mano l’emozione e il dolore di chi ha vissuto esperienze difficili, ma anche la forza e il coraggio che sono necessari per ricominciare.
Vorrei ringraziare Cristina Anna Conca, formatrice e pedagogista teatrale, regista di questo momento, e tutti i lettori che a breve interpreteranno i brani. Ringrazio l’Assessore Monica Mariotti non solo per aver organizzato questo evento, ma anche per la sua partecipazione attiva nella lettura e l’Associazione Rete Rosa che, con la sua attività di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne, continua a garantire ascolto, accoglienza e assistenza alle donne che si trovano in difficoltà. Il nostro ringraziamento anche a “Il giardino incantato” per il donodella rosa bianca
Mi avvio alla conclusione ribadendo con fermezza il mio impegno, come Sindaco, nel sostenere politiche e iniziative che combattano ogni forma di violenza di genere.
E ora, mentre raccolti davanti alla nostra panchina rossa ascoltiamo le parole che verranno interpretate, ricordiamo che siamo qui anche per celebrare il valore più alto che abbiamo: la vita. Difendiamola, proteggiamola e rendiamola degna di essere vissuta, per tutti.
E non dimentichiamoci mai che il cambiamento inizia da noi."