Sciopero della fame contro i maltrattamenti nei canili
Luca Caputo Vincenzo, addestratore, istruttore ed educatore cinofilo 44enne di Carnago, ha deciso di dire «basta» alla segregazione degli animali.

Luca Caputo Vincenzo, addestratore, istruttore ed educatore cinofilo 44enne di Carnago, ha deciso di dire «basta» alla segregazione e al maltrattamento degli animali nei canili e, sentendosi per lungo tempo ignorato o peggio osteggiato, ha deciso di iniziare da sabato scorso lo sciopero della fame, comunicandolo alla Prefettura di Varese e al Consiglio dei ministri.
"Grave violazione del benessere animale"
«Voglio richiamare l’attenzione su una situazione sistemica di grave violazione del benessere animale, nella quale si osservano fenomeni diffusi su cani etichettati come aggressivi, sottoposti a soppressione o segregazione senza una valutazione etologica reale. Si assiste anche al maltrattamento all’interno di canili inadeguati, dove migliaia di cani vivono in isolamento, privazione, assenza di stimolazione, in condizioni incompatibili con qualsiasi parametro tecnico o morale di tutela animale - anticipa l’educatore - Invece che incentivare la prevenzione si alimenta, per mera convenienza economica, un sistema che nella nostra Lombardia vede la sua massima diffusione. Si incentivano le adozioni di cani dal sud che, una volta arrivati al nord, finiscono in famiglie che non sono realmente in grado di gestirli e perciò i poveri animali finiscono a popolare i canili, finanziati dalle Istituzioni».
"A sempre più cani vengono somministrati gli psicofarmaci"
«Da 24 anni porto avanti il mio lavoro con passione, ma ultimamente sono arrivato più volte al pensiero di cambiarlo perché mi rendo conto di casi di maltrattamenti celati o di sempre più numerosi cani a cui vengono somministrati psicofarmaci: si assiste infatti alla medicalizzazione impropria di comportamenti disfunzionali, in assenza di percorsi rieducativi personalizzati. Il tutto operato con leggerezza da figure talvolta prive di competenze specifiche in etologia applicata. Al contrario si registra l’esclusione sistematica di professionisti etici in favore di strutture o individui mossi da interessi economici, che alimentano un sistema fallace per cani e famiglie».
"Voglio un confronto con le istituzioni"
Sullo sciopero della fame:
«Proseguirà fino a quando non verrà aperto un tavolo di confronto tra istituzioni, professionisti e tecnici del settore; non verrà avviata un’inchiesta parlamentare sulle condizioni dei cani detenuti nelle strutture, sulla gestione degli abbattimenti e sulla diffusione di pratiche farmacologiche non eticamente sostenibili».
E infine: «Ogni giorno mi reco in farmacia per il controllo dei parametri, ma preferisco non pubblicizzare in modo sensazionalistico per rispetto a chi soffre di disturbi alimentari. Non amo la comunicazione show e da social che purtroppo sta interessando anche il mondo degli animalisti».