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Riportare ospedale e sanità al centro: La Società della Cura a caccia di firme a Saronno

Nel giorno della mancata apertura della Casa della Comunità parte la nuova campagna de La Società della Cura. 500 firme per riportare il tema all'attenzione della politica

Riportare ospedale e sanità al centro: La Società della Cura a caccia di firme a Saronno
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Via alla raccolta firme, obiettivo 500 sottoscrizioni per La Società della Cura.

Raccolta firme per La Società della Cura a Saronno

La data scelta per il lancio della nuova campagna di raccolta firme, quella di ieri 30 settembre, non è stata casuale: ieri, infatti, avrebbe dovuto aprire i battenti la Casa della Comunità di Saronno in via Fiume, prevista e annunciata a più riprese dall'Asst Valle Olona e dall'Amministrazione Comunale. Ma non si è tagliato alcun nastro, e la struttura resta al momento chiusa e inattiva.

"Casa della Comunità gestita dal privato, schiaffo alla sanità pubblica"

"Un’apertura che non avviene, per ora - commentano da La Società della Cura - Ma che, quando avverrà, vedrà la struttura di sanità pubblica territoriale voluta dalla legge nazionale e finanziata dal PNRR gestita a Saronno da un soggetto privato: la cooperativa Medici Insubria.

Si tratta solo dell’ultimo schiaffo ad una sanità pubblica territoriale pesantemente depauperata nel corso degli anni, come vediamo ogni giorno da alcune situazioni che sono sotto gli occhi di tutti:

  • un ospedale cittadino che sopravvive a stento, con reparti nevralgici chiusi o ampiamente sotto organico, dove le sostituzioni del personale mancante vengono effettuate con personale privato e dove sempre più servizi sono esternalizzati, mentre i dipendenti fuggono verso la sanità privata e convenzionata, cui ormai la Regione Lombardia destina almeno il 50% dei fondi sanitari del bilancio;
  • liste di attesa infinite per le prestazioni di sanità pubblica, sempre più fuori Saronno, alla faccia della sbandierata volontà regionale di “tagliare le code”: si aspettano lunghi mesi, se non anni, per esami e visite spesso urgenti, per le quali si finisce per pagare una prestazione privata fornita subito oppure si rinuncia per mancanza di denaro;
  • medici di base sempre più oberati di lavoro e ridotti a “burocrati della ricetta”, dato che chi va in pensione non viene sostituito, anche a causa di una disastrosa programmazione del loro turnover;
  • RSA e strutture per persone disabili sempre più care nell’erogazione di prestazioni e assoggettate in tempo di pandemia a regole di accesso spesso vessatorie per i loro stessi ospiti e i loro familiari".

"Dalla maggioranza impegni solo sulla carta"

"L’attuale maggioranza cittadina - ricordano - scriveva nel suo programma, dopo un’attenta disamina della tragica situazione della sanità pubblica territoriale, che 'viste le premesse, assicureremo il pieno impegno politico insieme ai Sindaci del nostro distretto sanitario affinché siano ripristinate dal sistema Sanitario pubblico Regionale, efficaci servizi territoriali ai cittadini, particolarmente ai soggetti cronici e fragili e affinché l'Ospedale di Saronno veda i suoi servizi mantenuti e rafforzati sia in strutture che personale'.

Un impegno rimasto solo sulla carta. E che le 500 firme che raccoglieremo tra i saronnesi riporteranno all’attenzione delle scelte politiche di una città che, come molte altre, ha pagato un pesante tributo alla pandemia. Trasformata in tragedia da una scellerata gestione politica nazionale e locale".

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