Manifestazione

Presidio davanti alla caserma contro la Nato

Il Movimento Indipendenza domani protesterà: «Solbiate è un bersaglio».

Presidio davanti alla caserma contro la Nato
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La caserma Mara di Solbiate Olona diventa base della nuova forza di intervento rapido della Nato – la ARF (Allied Reaction Force) – ampliando uomini e mezzi, e c’è chi protesta e si oppone chiedendo una radicale inversione di rotta.

Presidio contro la Nato

E’ il Movimento Indipendenza – nuovo partito che si identifica nel «sovranismo sociale» fondato a novembre e guidato da Gianni Alemanno, sindaco di Roma dal 2008 al 2013 – che domenica 14 luglio ha organizzato una manifestazione contro il Comando strategico Nato di Solbiate Olona. Il presidio inizierà alle 11 in via per Busto, davanti alla caserma.

«Solbiate è un bersaglio»

«Lanciamo una campagna contro la scelta di fare di questo piccolo centro della provincia di Varese il Quartier generale della nuova Forza di intervento rapido dall’Alleanza atlantica in Europa. Una scelta che trasforma Solbiate Olona in uno dei principali obiettivi sensibili nel caso di una reazione bellica diretta a colpire il cuore dell’Alleanza atlantica in Europa».
Così Indipendenza, pochi giorni dopo l’inaugurazione del nuovo strumento Nato alla presenza delle massime autorità militari europee alla Ugo Mara.  «Chiediamo e non da oggi il superamento dell’Alleanza atlantica, per andare verso lo scioglimento della Nato, sostituendola con un nuovo sistema militare di difesa europeo. La Nato ci sta trascinando da decenni in guerre non nostre, contribuendo ad aumentare la sudditanza italiana nei confronti di scelte politiche e militari decise dall’Amministrazione Biden e dalle altre cancellerie europee. Oltretutto, l’impegno italiano viene potenziato proprio mentre il livello di allerta è stato appena innalzato, da parte degli Stati Uniti, in tutte le basi Nato incluse quelle di casa nostra. Alle popolazioni locali, finora tenute lontane da ogni presa di coscienza, ricordiamo che, in caso di guerra, le loro famiglie e le loro case sono a pochi chilometri da quello che è diventato uno dei principali bersagli militari dell’intera Europa».

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