Saronno

L’Amministrazione di Saronno interviene per ridurre la pressione fiscale

D'Amato: "Confermata la volontà e la capacità di questa Amministrazione di sostenere le fasce più fragili della popolazione, senza caricare il ceto medio".

L’Amministrazione di Saronno interviene per ridurre la pressione fiscale

L’Amministrazione di Saronno interviene sugli scaglioni reddituali: si riduce la pressione fiscale.

Saronno riduce la pressione fiscale

Con il bilancio di previsione 2025-’27, che verrà sottoposto al Consiglio comunale  per l’approvazione il prossimo dicembre, come tutti i Comuni italiani, anche quello di Saronno dovrà necessariamente rideterminare le aliquote della addizionale comunale IRPEF a causa dell’accorpamento dei primi due scaglioni disposto dal Governo.
IL DDL di bilancio 2025, appena varato dal Consiglio dei Ministri, ha, infatti, rideterminato i riferimenti per l’applicazione delle aliquote IRPEF in tre soli scaglioni rispetto ai quattro del 2024. È previsto l’accorpamento in un unico scaglione dei contribuenti che facevano riferimento alle fasce di reddito più basse, cioè da 0 a 15.000  euro e da 15.001  a 28.000  euro, mentre quelli successivi rimangono invariati.
L’Amministrazione saronnese, grazie ad un lavoro molto accurato di stime e proiezioni portato avanti dall’assessorato al Bilancio, ha elaborato una proposta (che dovrà poi essere approvata dal Consiglio comunale assieme al bilancio di previsione 2025-2027) che riuscirà a scongiurare il prevedibile aumento di oneri a carico delle fasce di reddito fino ai 28.000 euro e a ridurre in maniera generalizzata l’onere anche per le altre fasce di reddito.
Rimane, inoltre, confermato quanto già introdotto nel bilancio di previsione 2023, ovvero l’innalzamento a 15.000 euro della fascia di esenzione totale dal versamento dell’addizionale comunale Irpef (precedentemente fissata a 10.000 euro).

L’assessore D’Amato

“Con questa operazione è confermata la volontà e la capacità di questa Amministrazione – spiega l’assessore Domenico D’Amato – di sostenere le fasce più fragili della popolazione senza caricare quello che viene definito “ceto medio”. Ricordiamo, infatti, che su circa 28.000 contribuenti, i due terzi sono nella prima fascia di reddito, ovvero quella che arriva fino ai 28.000 euro l’anno”.
Nessun aumento della pressione fiscale, né delle tariffe per i cittadini quindi, e, al contrario, si sostiene nuovamente la diminuzione delle tariffe per i dehors delle attività commerciali, al fine di favorire il commercio di prossimità e di migliorare il decoro urbano.