La vita di Grace diventa teatro e va in scena a Palermo
Una commedia in cui, in una notte d'ospedale, si raccontano la vita, gli incontri e i sogni della tradatese fondatrice dell'associazione Inshuti-Italia Rwanda onlus
Settimana scorsa sul palco del Teatro Colosseum di Palermo è andata in scena la prima di "Grace" la commedia teatrale scritta da Dario Scarpati sulla vita della tradatese Grace Kantengwa.
La vita di Grace va in scena a teatro
"Pronto, vorrei scrivere una commedia su di lei: posso?". Non ci fosse stata prima un’altra telefonata, quella dell’amica Giusy Battaglia, Grace Kantengwa avrebbe sicuramente pensato a uno scherzo. Invece, dall’altra parte della cornetta c’era Dario Scarpati, che di lei aveva sentito parlare nel corso di una cena proprio con Battaglia e il marito Tiziano Saporiti, ex tradatesi che da una ventina d’anni si sono trasferiti a Palermo. E’ il 2018, e Grace accetta.
Una telefonata, un messaggio e un vocale dopo l’altro, racconta a Scarpati la sua storia, aneddoti della sua giovinezza in Rwanda, dell’arrivo in Italia e di quasi 20 anni di lavoro come infermiera all’Ospedale di Varese. Storie e frammenti che Scarpati registra, raccoglie, rielabora e unisce ad altri, dando loro una forma: quella di una commedia in un atto, "Grace", messa in scena da "La Compagnia in valigia".
Tutto in una notte in ospedale
Grace, ovviamente, era presente in sala affiancata dal marito Angelo Galmarini. Lo spettacolo racconta una notte nella sala medici di un ospedale. Ma è "una scusa" per raccontare una e tante storie molto più grandi e aprire già dalle prime righe ad alcune riflessioni.
"Tutto inizia con una riflessione su quando ci si possa definire 'stranieri' - spiega Grace - Una volta c’era una dottoressa che arrivava dal Sud Italia e mi diceva che non si sentiva a casa. Come poteva essere? Era italiana, in Italia. Mi sembrava assurdo, anche perchè io non mi sentivo e non mi sento straniera: sono in Italia da 49 anni, da 43 a Tradate e in ospedale ero spesso io che “traducevo” il dialetto dei pazienti più anziani".
La storia di Grace
Una scena dopo l’altra, sul palco prendono posto episodi di lavoro, la vita in Rwanda, quella da profuga nel ‘59, l’arrivo in Italia...
"Tante cose, ma solo una piccola parte delle tante che mi sono capitate e che ho vissuto - racconta - Ci vorrebbero vari volumi, e forse prima o poi mi metterò a scriverli".
Ma qual è la storia di Grace?
"E’ la storia di una bambina, profuga in Uganda a Mbarara, che voleva andare a scuola, ma i genitori non la volevano mandare perchè era già grande e c’era da curare le mucche. Così, quella bambina ha chiesto alla mamma della stoffa, in una notte si è cucita il vestito e il mattino dopo si è intrufolata nella classe dei bambini di terza".
Qui forse il primo incontro, con un maestro della scuola che vedendola piangere dopo essere stata scoperta decide di farla rimanere a scuola, di insegnarle durante la ricreazione e di far fare lo stessi ai bambini più grandi per "recuperare". Maestro che, per la cronaca, è Tito Rutaremara, anche lui profugo in Uganda e poi primo difensore civico capo del Rwanda ed ex vice presidente del Parlamento.
"Non potevo accettare quello che la tradizione, la mia famiglia, il 'villaggio' voleva per me: sposarmi con un uomo più grande, fare chissà quanti figli, vivere dietro le mucche. Sono scappata in città, poi ho conosciuto il missionario comboniano Giovanni Scalabrini che mi ha fatto venire in Italia".
La nascita di Inshuti Italia-Rwanda
Sin da subito e per tutta la sua vita, l’energia di Grace la fa entrare nel cuore di chiunque incontra, fossero i compagni di scuola, i colleghi in ospedale o i pazienti che si affidavano alle sue attenzioni. Nel ‘94, però, la sua terra natìa viene insanguinata dal genocidio dei Tutsi e degli hutu moderati.
"Torno in Rwanda per cercare mia mamma, la trovo in un villaggio. Per le strade era pieno di bambini, in giro come randagi. Lì, decisi che dovevo fare qualcosa. Tornando in Italia iniziammo a raccogliere qualche fondo tra amici e conoscenti per far studiare nipoti e figli di amici, poi nasce l’idea di un’associazione, Inshuti Italia-Rwanda. Mi rivolgo all’avvocato Alcide Nicoli, che si imbarca in quell’avventura e mi dice che però, per fare un’associazione, non bastava essere in due. Nel giro di un mese trovo 78 persone, non poteva fermarmi nessuno".
L’associazione nasce, cresce e negli anni grazie anche a un lascito da un insegnante di La Spezia arriva a costruire due aule nella scuola di Rukore (nella gallery sotto), ad oggi una delle migliori del Rwanda e a finalizzare una lunga serie di adozioni e sostegni a distanza. Centinaia e centinaia di bambini e bambine strappati alla strada e diventati avvocati, insegnanti, medici, architetti. Storie e vite tutte legate a Grace e a Inshuti, come quelle (per tornare alla commedia) di qualche medico o infermiere che grazie alla sua spinta ha trovato l’amore fra le corsie dell’ospedale.
scuola rukore rwanda
scuola rukore rwanda
scuola rukore rwanda
"Lo spettacolo è stato fantastico, l’attrice che mi interpreta, Melany Mutanuka, è stata bravissima. Abbiamo riso e pianto tantissimo". Una prima che potrebbe non rimanere confinata a Palermo e alla Sicilia: la compagnia e Inshuti puntano a portarla in altri teatri, e ovviamente anche a Tradate.