Storia

In carrozzina da 37 anni sposa la donna che gli ha ridonato il sorriso

Il mozzatese Walter Catalano è convolato a nozze con l'amata Rosy Valverde, che l'ha fatto rivivere dopo l'incidente.

In carrozzina da 37 anni sposa la donna che gli ha ridonato il sorriso
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«L’amore non ha bisogno di gambe per camminare, perché vola grazie a testa e cuore». E’ questo il motto del 53enne di Mozzate Walter Catalano, da 37 anni costretto da un violentissimo incidente a vivere su una carrozzina e ora convolato a nozze con la sua amata Rosy Valverde, 52 anni, la donna che dieci anni fa è entrata nella sua vita facendolo tornare a sorridere e a vivere veramente.

La storia d'amore tra Walter e Rosy

«Ricordo come fosse ieri quel maledetto giorno che mi ha stravolto la vita. Era il 1989 e avevo 17 anni. Da quando avevo cinque anni correvo in gare da motocross, passione ereditata da mio padre Carmelo, noto per l’attività da meccanico in paese che noi abbiamo proseguito estendendola alle moto e alla creazione di adesivi per tali mezzi - racconta Walter - Mi stavo allenando nel centro della Federazione in Toscana per le imminente due gare europee. Il giorno dopo avrei firmato il contratto con la Yamaha e avrei realizzato il sogno di diventare un pilota professionista, ma il destino crudele ha voluto che, a seguito di un guasto alla moto, cadessi a terra picchiando il collo e rompendo il midollo».

La sua vita è stata stravolta:

«All’inizio non mi rendevo conto, solo i miei genitori avevano saputo che non sarei più riuscito a camminare. Poi non mi sono comunque abbattuto grazie al mio carattere forte e positivo. Ovviamente non è stato facile e con il tempo mi sono lasciato prendere dalla pigrizia. Non ero arrabbiato e non mi imbarazzavo per mia situazione, ma comunque non accettavo gli inviti a uscire di amici e fratelli. Non volevo pesare su di loro e così passavo le giornate a letto al pc a vedere gare di moto, fantasticando su un sogno che avevo perso per sempre».

Dopo il dramma dell'incidente l'amore

Dieci anni fa la vita di Walter è tornata però a illuminarsi:

«Grazie a una chat ho conosciuto la mia Rosy. E’ venuta a trovarmi a casa e ha subito conquistato me e la mia famiglia. Poco dopo mia mamma Ines ha avuto un ictus, è rimasta a lungo in ospedale e poi, seguendo il suo desiderio, l’abbiamo riportata a casa da luglio a ottobre del 2015, quando è venuta a mancare. In quel periodo Rosy è stata straordinaria perché aiutava sia me sia la suocera. E’ come se mia mamma se ne fosse andata tranquilla perché avevo trovato qualcuno che potesse sostituirla prendendosi cura di me».

Ora Walter e Rosy hanno una vita piena d’amore:

«Sono abbastanza autonomo grazie ai dispositivi tecnologici, come il sollevatore dal letto che dà una grossa mano. Abbiamo anche comprato un’auto modificata nella parte posteriore per permettere il facile ingresso della carrozzina elettrica. Con questa andiamo a cena o in vacanza, come quella volta a Jesolo, anche se ammetto che non è facile trovare strutture alberghiere pronte ad accogliere persone con disabilità. Ci siamo trovati bene e probabilmente torneremo per il nostro viaggio di nozze».

Ben due feste per il matrimonio

Per celebrare un sodalizio d’amore così speciale, negli scorsi weekend Walter e Rosy hanno organizzato ben due cerimonie: la prima civile, con il sindaco Clemente Ciccozzi che ha officiato, in Villa Scalabrino, e la seconda in un agriturismo con il rito religioso celebrato dal cugino don Fabio. Non è mancato il divertimento tra balli e canti, ma anche la commozione quando entrambi si sono scambiati le promesse e Walter ha dedicato alla sua amata una commuovente lettera.

«E’ stato il giorno più bello della vita dopo l’incidente. Prima avevo avuto le mie grandi soddisfazioni in gara e, dopo il sogno spezzato a soli 17 anni, mai avrei pensato di tornare a essere felice. Rosy è riuscita con la sua semplicità a darmi questo bellissimo dono. Il nostro rapporto era già speciale e perfetto anche prima, ma abbiamo preferito sposarci anche per questioni burocratiche. Purtroppo nella mia condizione mi capita spesso di essere ricoverato in ospedale e, anche se al momento nessuno ci ha mai creato problemi, il fatto di essere mia moglie le dà il pieno diritto di restare al mio fianco durante il ricovero».

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