Nella recita natalizia di una scuola del Viterbese «sparisce» Gesù Bambino. Il Rettore del Rotondi: «Cancellare la propria storia non è inclusione».
Don Andrea: «La scuola non rimuova il Natale»
Una renna che porta i doni al posto di Gesù Bambino. E’ la «sostituzione» all’interno del testo di Jingle Bells per la recita natalizia di una scuola del viterbese per preservare la laicità dell’istituto, che ancora una volta offre lo spunto al rettore del collegio Rotondi di Gorla Minore don Andrea Cattaneo per intervenire sulla questione che in forme diverse si ripropone nelle scuole a ogni Natale: come conciliare l’esigenza di inclusione con il rispetto dell’identità culturale e religiosa che caratterizza le nostre tradizioni? «Da un lato l’intenzione di non escludere nessuno e di creare un clima scolastico sereno per tutti gli alunni, qualunque sia la loro provenienza. Dall’altro, però, va riconosciuto che il Natale, al di là del consumismo e degli aspetti commerciali, ha una radice storica e culturale profondamente legata alla figura di Gesù. Eliminare ogni riferimento significa spesso rimuovere un pezzo di realtà, privando i ragazzi dell’occasione di conoscere — senza imposizioni — ciò che ha plasmato secoli di arte, musica, letteratura e vita sociale».
«Inclusione ma anche identità»
Così il rettore, che ribadisce il suo monito: «L’inclusione non dovrebbe tradursi in cancellazione, ma in educazione: spiegare, contestualizzare, dare strumenti per comprendere. La scuola è il luogo dove le differenze non si appiattiscono, ma si incontrano. E proprio in questo incontro si può imparare che accogliere non implica rinunciare alla propria storia, così come conoscere una tradizione non significa aderirvi. In fondo, è possibile cantare Jingle Bells nella sua forma originale e, allo stesso tempo, valorizzare il pluralismo. È il dialogo che fa crescere, non la rimozione».