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Giornata mondiale della Sclerosi multipla: l'intervista al dottor Zaffaroni

Sebbene la causa della SM non sia completamente conosciuta, si ritiene che sia multifattoriale, cioè causata da una interazione tra fattori ambientali

Giornata mondiale della Sclerosi multipla: l'intervista al dottor Zaffaroni
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In occasione della Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla, abbiamo intervistato il Dott. Mauro Zaffaroni, Direttore Neurologia ad indirizzo Neuroimmunologico presso il Centro Sclerosi Multipla dell’Ospedale di Gallarate, eccellenza territoriale afferente all’ASST Valle Olona.

Quali sono le principali novità nell'ambito della ricerca per quanto attiene la SM?

Le novità riguardano almeno due ambiti: quello dei biomarcatori e quello delle cause della malattia. Il più classico dei biomarcatori, ovvero la risonanza magnetica, è ora in grado di individuare lesioni a lenta espansione (smoldering) altresì dette croniche attive, la cui presenza si associa ad una maggiore compromissione clinica, oltretutto raggiunta più precocemente. Un secondo marcatore sta assumendo un’importanza crescente: i neurofilamenti leggeri, un marcatore di danno delle fibre nervose, i cui livelli aumentano transitoriamente durante le ricadute o costantemente nella fase scronico-progressiva della malattia.

Grazie a questi marcatori abbiamo compreso che la malattia non evolve solamente a causa delle ricadute, cioè delle riaccensioni dei noti processi infiammatori che ne stanno alla base: la malattia peggiora molto subdolamente anche a causa di una degenerazione progressiva provocata da alcune cellule (la microglìa) che si attivano e proliferano provocando un lento ampliamento delle lesioni “spente” nel sistema nervoso centrale.

A livello di patogenesi (cioè delle cause della malattia) la novità riguarda la sempre più stretta correlazione emergente tra il virus di Epstein-Barr (EBV - noto come causa della mononucleosi) e l’insorgenza della SM: il meccanismo ipotizzato da un gruppo di ricerca dell’Istituto Karolinska sarebbe quello della “molecular mimicry”, ovvero una risposta immunitaria indotta dal virus che cross-reagisce con alcune proteine del sistema nervoso centrale aventi struttura molecolare simile, in particolare, secondo il gruppo svedese, la alfa-B-Cristallina.

Ci può spiegare meglio quale relazione lega il virus della mononucleosi e l'insorgenza della SM?

Sebbene la causa della SM non sia completamente conosciuta, si ritiene che sia multifattoriale, cioè causata da una interazione tra fattori ambientali (carenza di vitamina D, fumo, obesità, virus) e fattori di rischio genetici. Dopo la pubblicazione nel 2022 del lavoro di Bjornevik è risultato evidente che l’infezione da EBV costituisce un prerequisito per lo sviluppo della SM.

L’associazione tra le due entità non è del tutto chiara dal momento che più del 90% della popolazione generale è stata contagiata da EBV, ma solo pochi sviluppano la SM. In accordo con l’osservazione che i geni di suscettibilità alla SM agiscono sui meccanismi di presentazione degli antigeni e sulla crescita e attivazione dei linfociti T, alcuni studi hanno dimostrato differenze nel tipo di risposta immune all’infezione da EBV nelle persone con SM rispetto alla popolazione generale. Inoltre è risaputa la capacità di EBV di insediarsi permanentemente nei linfociti B della memoria immunitaria, cellule che si ritrovano nei focolai infiammatori persistenti di alcune particolari lesioni della SM nel sistema nervoso e che oggi costituiscono uno dei bersagli terapeutici della malattia.

Chi volesse approfondire l’interessante storia del lavoro pubblicato da Bijornevik può trovarla accedendo alla pagina web del nostro Centro attraverso il sito aziendale

Si stringe il cerchio sul virus che potrebbe causare la sclerosi multipla

Che speranze dare ai malati di SM e ai loro familiari? Quali sono i passi avanti fatti, sinora, e quali quelli a venire, tenendo conto dei progressi della ricerca?

Già da molti anni possiamo affermare che la SM si sia finalmente liberata della cattiva fama di patologia inesorabilmente invalidante. La malattia viene diagnosticata nella quasi totalità dei casi al manifestarsi dei primissimi sintomi, quando le cure sono molto più efficaci. Il numero di farmaci a nostra disposizione è in continua crescita permettendo così di personalizzare al massimo la cura. La gravidanza non è più un tabù e in molti casi può essere affrontata senza interrompere le cure. Infine, sono in fase di studio nuovi farmaci capaci di penetrare e agire direttamente nel sistema nervoso centrale, in grado di limitare la componente degenerativa della malattia. Presto potremo affiancare questi nuovi farmaci alle terapie anti-infiammatorie, già consolidate da anni di esperienza.

Il Centro di Gallarate prosegue nel suo percorso di continua crescita ed evoluzione cercando di rispondere alle nuove esigenze delle persone con SM. Grazie a donazioni degli Amici del Centro SM, che da sempre lo supportano, sono stati acquisiti strumenti e tecnologie per realizzare i progetti. Per esempio è stato attivato nel reparto un ambulatorio per il trattamento dei disturbi sfinterici in collaborazione con l’UO di Riabilitazione, in cui è impegnata un’infermiera esperta di questi problemi. Inoltre, con l’impegno degli psicologi, sta per essere finalmente avviato il progetto della riabilitazione cognitiva.
Il Centro, inoltre, rimane molto attivo nella ricerca clinica, con numerosi protocolli sperimentali, per testare nuovi farmaci per la SM e per la neuromielite ottica (una malattia neuroimmunologica affine).

Per finire, con la nuova denominazione di “Neurologia ad Indirizzo Neuroimmunologico”, il Centro di Gallarate ha ottenuto un ampliamento dei posti letto e dell’organico medico con l’arrivo di un giovane collega. Ciò permette di mantenere in carico oltre 1700 pazienti. Tutto ciò, nonostante le note difficoltà che oggi affliggono il Sistema Sanitario Nazionale, rende ottimisti per il futuro, sia del Centro che delle persone delle quali lo stesso si prende cura.

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