Con «Fagnano Novecento», il paese si racconta.
«Fagnano Novecento» arriva nelle case di tutti
Ha aperto scorci sulla Fagnano passata, ha regalato emozioni vere, ha riportato volti e storie tra la gente che li porta nel cuore, ha raccontato l’Italia e le sue vicende. Ritrovandole nella narrazione semplice ma autentica di vite di provincia, illuminate e riscoperte per due ore dalla memoria di un paese. È il “miracolo” popolare che ancora una volta Filippo D’Angelo ha catturato con il suo documentario Fagnano Novecento – parte seconda, realizzato per pura passione e donato ai suoi concittadini per la notte di Natale, simbolo della gratuità che anima il suo fare.
Il dono di Natale di Filippo D’Angelo alla sua comunità
Dopo l’anteprima del 7 dicembre, con l’oratorio pieno di persone e di commozione per la proiezione che intreccia luoghi, vissuti e racconti che diventano rito nella rievocazione che innesca, il regista pubblicherà il suo lavoro su YouTube la sera della Vigilia, rendendolo così visibile a tutti. «È un regalo di Natale ai fagnanesi. E mi piace pensare che la sera le famiglie riunite lo guardino insieme, è l’immagine che corrisponde allo spirito con cui nasce, ovvero dal desiderio di raccogliere e condividere il nostro passato, perché resti per sempre nel tempo e non vada perso con noi».

Memoria popolare e identità: il Novecento di Fagnano rivive
Un’operazione che non vuole essere tanto nostalgia, quanto coscienza di sé: qui trovando le radici e l’appartenenza dentro le testimonianze e le fotografie d’epoca, ma lo stesso con i documentari che D’Angelo ha dedicato alla musica, con la medesima finalità, fare del racconto uno strumento d’identità. E dentro il “secondo tempo” di Fagnano Novecento ecco allora la vita quotidiana del secolo scorso, che passava dal circolo della Vigna e quel che rappresentava per il paese, ma anche dagli emigrati dal Sud e dal Veneto che lo hanno allargato e costruito, e così il Villaggio e la festa dei fiori, ma pure costumi e curiosità, dai funerali com’erano e non sono più, al servizio chiamate del bar Sport per chi non aveva il telefono, con parrocchie e oratori convergenza per tutti. E poi le eccellenze fiorite nel tempo sul territorio, come quella firmata Menzaghi, o figure mitiche della comunità, da Gianni Galmarini sacrista per sempre, a chi non c’è più ma ha consegnato ricordi e interviste prima dell’ultima pagina. Dentro una storia che continua e che non dimentica da dove arriva.