Discoteche pronte alla disobbedienza: "O ci rispondono o riapriamo"
Il presidente del sindacato dei locali da ballo: "Se dopo il 21 giugno non avremo risposte, riapriamo"
Il centro commerciale sì, le fiere pure, anche gli acquapark. Ma non le discoteche: il settore dei locali notturni resta l'unico senza ancora una data di riapertura. E il Presidente del Silb-Filpe (Sindacato Italiano locali da ballo) avverte che il settore è pronto alla disobbedienza.
Discoteche pronte alla disobbedienza
"O ci riaprono, o riapriamo lo stesso". Questo l'avvertimento lanciato al Governo da Maurizio Pasca, Presidente del Silb-Filpe, dal canale dell'Università Niccolò Cusano Cusano Tv Italia. Un aut-aut che mira a far pressione perchè il Governo decida una volta per tutte le sorti di un settore fermo da quasi un anno. L'ultimatum è per il 21 giugno: se dopo quella data non si avranno risposte i gestori sono pronti a riaprire lo stesso.
Aperture a metà o "sul serio"
Dopo lo sconforto, e la rabbia, per la mancata indicazione di una data di riapertura negli ultimi decreti si era riaperta la discussione sulle discoteche, le sale da ballo e i locali notturni.
I gestori, tramite le loro associazioni di categoria, avevano prima proposto la riapertura solo per chi fosse in possesso di green pass, quindi con vaccinazione o tampone negativo, anche sulla scorta delle sperimentazioni fatte in varie città europee e proposte anche a Milano e Gallipoli con concerti "Covid Free".
Poi, nei giorni scorsi, era stato proposto un primo punto di caduta per dare un po' di ossigeno al settore: una riapertura parziale coi soli servizi di somministrazione, quindi al pari di bar e ristoranti. Una via di mezzo, che sembrava accontentare qualcuno e far storcere il naso a tanti. Nei giorni scorsi, il Sottosegretario alla Salute Andrea Costa aveva però scartato l'ipotesi: "Dobbiamo essere coerenti e seri - aveva dichiarato - le discoteche vanno riaperte per poter andare a ballare e socializzare".
"Mi devono spiegare perchè in un centro commerciale sì e in discoteca no, forse ci sono dei pregiudizi? - ha chiesto Pasca -. Inoltre non c'è stata nessuna risposta dal Cts sul protocollo anti-covid: nessuno si è espresso nel merito sull'autorizzazione ai due test nelle discoteche di Milano e Gallipoli".