Corpo musicale Santa Cecilia di Gerenzano: la sede storica non è più agibile
La banda di Rovello Porro sta mettendo a disposizione la sua sede ospitando i musicanti per le loro prove del venerdì sera
C'è molta amarezza nei componenti della banda musicale Santa Cecilia di Gerenzano che a causa del maltempo di questa estate non hanno più una sede dove suonare e che letteralmente cadendo a pezzi.
Corpo musicale di Gerenzano: la sede storica non è più agibile
"Varcato il cancelletto, poco prima della porta d’ingresso, a terra si trova incastonata nel pavimento una chiave di violino che accoglie ed invita ad entrare in quella che per quasi 50 anni è stata la sede del Corpo Musicale Santa Cecilia di Gerenzano - fanno sapere dal corpo musicale - La scelta di utilizzare il tempo presente è fatta con cognizione di causa, perché l’edificio che a fine luglio ha subito danni ingenti a causa delle forti grandinate è ancora oggi sede della banda. I luoghi non smettono di essere casa solo perché non si possono più abitare: i luoghi restano casa anche se forse non si potranno vivere più. Dagli armadi pieni di partiture e libretti, alle pareti piene di fotografie e stendardi, alla bacheca con le coppe e i trofei vinti dalle majorettes , alla scrivania in ufficio con i documenti ancora scritti a mano che raccolgono le iscrizioni dei tanti musicanti che hanno vissuto e abitato questa associazione, al calcetto il cui rumore ancora riecheggia tra l’eco di un luogo svuotato, in cui l’umidità si è fatta spazio troppo in fretta, troppo velocemente, inaspettatamente: ogni angolo, ogni oggetto evoca ricordi che, con fatica, tocca chiudere negli scatoloni, in attesa di una nuova sistemazione. Durante le scorse settimane musicanti e sostenitori dell’Associazione si sono trovati ad aprire la porta di un luogo che per tanti anni è stato ritrovo per le prove del venerdì sera, per le riunioni ufficiali del Consiglio Direttivo, luogo che il sabato ha accolto la scuola allievi e le lezioni di strumento individuale; luogo che ha accolto i musicanti dopo gli innumerevoli servizi: dopo i carnevali, dopo le pive per le vie del paese, dopo le processioni e i concerti, luogo per i brindisi della notte di Natale scambiati dopo la messa di mezzanotte, Luogo che ha visto passare generazioni di bambini che sono cresciuti e diventati adulti, luogo che ha custodito e custodisce tante storie fatte di musica e di tanto altro. Luogo che è simbolo di passione comune e di casa per tanti di noi: luogo così importante da essere diventato logo del Corpo Musicale, usato per intestare documenti, usato come copertina della cartelletta con gli spartiti che ogni musicante, prova dopo prova, concerto dopo concerto, custodisce e porta con sé. Durante il periodo difficile del Covid la banda festeggiava i suoi 100 anni di storia; il prossimo anno avrebbe festeggiato 50 anni di vita e di attività nella sede storica, la stessa che oggi non ha più un tetto. Compleanni e ricorrenze difficili, che la banda avrebbe desiderato festeggiare in modo certamente diverso. Purtroppo, il tempo per i saluti non c’è, né quello di provare ad immaginare soluzioni altre; lo spazio, dato in comodato d’uso per anni al Corpo Musicale dalla Curia attraverso i suoi rappresentanti sul territorio, ha già in sé altri progetti, progetti nei quali la banda non è compresa: la grandinata di luglio ha solo accelerato un processo già in atto. Vani ed inutili i tentativi messi in campo dal Consiglio direttivo del Corpo Musicale per trovare un accordo che potesse consentire alla banda, anche a costo di sostenere a proprio carico le spese per il rifacimento del tetto, di continuare ad avere una casa. Ad oggi, il Comune si è reso disponibile nel cercare di dare alla banda un luogo per non smettere di svolgere le proprie attività associative ma purtroppo molti degli spazi ipotizzati attualmente si trovano in condizione di inagibilità a seguito degli eventi calamitosi che hanno colpito gran parte degli abitanti e degli edifici di Gerenzano. La banda di Rovello Porro sta mettendo a disposizione la sua sede ospitando i musicanti per le loro prove del venerdì sera, un gesto di solidarietà ed accoglienza importante per chi ha perso la propria casa. Allo stesso modo alcune associazioni del territorio stanno ospitando all’interno dei loro spazi gli allenamenti delle majorettes e le lezioni degli allievi della scuola di musica che, nonostante il momento di fatica, proseguono con entusiasmo e grande partecipazione. Se da un lato i gesti di accoglienza sono linfa vitale per non smettere di immaginare spazi altri da abitare, dall’altro resta l’amarezza di una porta chiusa senza possibilità di compromesso.
La banda, come molte altre realtà associative, vive del supporto dei suoi sostenitori, di chi ci mette impegno, anima e corpo per poter sognare e progettare. Varcato il cancelletto e prima della porta d’ingresso si trova ancora incastonata nel pavimento una chiave di violino, mattonelle bianche che geometricamente si inseriscono nella grigia pavimentazione voluta lì da chi ha immaginato e sognato tanti anni fa questo luogo come propria casa, una casa che oggi rappresenta una ferita grande, una casa che non si può più abitare, una casa che è rimasta negli occhi di chi l’ha abitata, di chi ci ha vissuto, di chi ci ha messo cuore, anima e corpo per renderla bella, accogliente. Una casa che pure senza un tetto sembra ancora lasciare uscire le note non sempre perfettamente intonate, miste alle voci, alle risate e alle parole delle persone che per anni l’hanno vissuta come luogo di ritrovo, come luogo di comunità, come casa appunto".