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Casa di Marta festeggia otto anni

In programma anche incontri con l'autore, convegni e mostre d'arte.

Casa di Marta festeggia otto anni
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La ricorrenza dell’anniversario è l’occasione per promuovere una serie di proposte per diffondere la cultura della solidarietà.

Casa di Marta festeggia 8 anni

A novembre per Casa di Marta ricorre l’ottavo anniversario della sua inaugurazione, "un periodo ormai maturo, in cui ha preso vita concretamente un piccolo mondo fatto di gesti di solidarietà, con l’alternarsi di molti servizi in risposta a vari bisogni di persone e famiglie in difficoltà (mensa, armadio solidale, servizio docce, servizio infermieristico, distribuzione pacchi alimentari, emporio della solidarietà, aiuto allo studio…), oltre all’intensa e varia attività di molte associazioni che operano all’interno delle struttura (Rete Rosa, Città di Smeraldo, Lilt, Consultorio familiare, Unitalsi, Avulss…)", spiegano dalla sede di via Piave, angolo via Petrarca a Saronno.

Quindi aggiungono: "La ricorrenza dell’anniversario è l’occasione per promuovere una serie di proposte culturali che aiutino a richiamare il senso di quello che accade all’interno della Casa, nell’ottica di diffondere la cultura della solidarietà e la cultura del dono, valori che portano con sé una ricchezza tale, da poter cambiare la vita di molte persone. Per l’ottavo anniversario abbiamo scelto una parola: ripartenza. L’ispirazione è arrivata da un libro: “Cento ripartenze. Quando la vita ricomincia” di Giorgio Paolucci, grazie al quale abbiamo scoperto come questa parola ci appartenesse in modo così intenso e reale".

Ripartenza il tema dell'anniversario

Proseguono: "Ripartenza è riconoscere che, oltre al servizio, c’è la relazione umana. La maggior parte dei servizi risponde a bisogni concreti, che appartengono alla quotidianità di ogni persona: il bisogno di mangiare, di ripararsi, di vestirsi, di curarsi… A ogni bisogno si cerca di dare una risposta concreta e tempestiva, ma nella maggior parte dei casi questa risposta non risolve il “problema”. Dietro a ogni bisogno materiale c’è, infatti, lo sguardo di una persona in difficoltà, la sua storia e spesso la sua solitudine; ogni gesto concreto di aiuto può essere lo strumento per arrivare a quella persona, per offrirgli un’amicizia e per generare una possibilità di relazione di vero aiuto. La libertà di ogni persona genera poi una scelta: limitarsi ad accettare l’aiuto concreto o rischiare di accogliere anche un’amicizia, che può essere il motore per la ripartenza".

"Ripartenza è amicizia"

Quindi proseguono da Casa di Marta: "Ripartenza è amicizia. Il bene crea anche legami che sono generativi: così l’artista Fabrizio Vendramin ha riscritto la parola ripARTenza in questo modo e si è offerto come direttore artistico di una mostra d’arte, in cui alcuni artisti esporranno un’opera realizzata appositamente ispirandosi al tema dell’iniziativa, opere che saranno poi donate per un’asta benefica, a sostegno della Casa di Marta. Poi ci sono le amicizie di vecchia data, come quella con Caritas Ambrosiana, che festeggia il suo cinquantesimo anno, e con la quale abbiamo pensato a un convegno per riflettere sul tema della ripartenza. Infine, ci sono le nuove amicizie: in questi mesi Casa di Marta ha avviato una nuova collaborazione con il carcere di Bollate, per mettersi a disposizione come opportunità e luogo di ripartenza per quelle persone che, concluso il periodo di reclusione, devono ricominciare per riappropriarsi della propria vita. Collaborazione che ha già generato: a breve una nuova associazione, “Giustizia e Persona”, porterà la propria sede in Casa di Marta, aggiungendo una specificità di azione sociale che mancava nella struttura".

Riapre il servizio "Emergenza freddo"

Infine concludono: "Ripartenza è accoglienza. La promozione culturale dell’iniziativa corrisponde anche al momento di riapertura del servizio del dormitorio, servizio che negli ultimi tre anni siamo riusciti a proporre in modalità “Emergenza freddo”, con apertura nei quattro mesi invernali. Questi tre anni sono stati il tempo necessario per sperimentate le modalità di accoglienza e gli spazi da dedicare al servizio, che lo scorso inverno ha trovato una collocazione definitiva all’interno della Casa. Risolte quindi le dinamiche pratiche, in questi ultimi mesi abbiamo spostato lo sguardo sulla persona, convinti che la risposta di accoglienza di soli quattro mesi non sia spesso sufficiente per la ripartenza delle persone; purtroppo, infatti, molte persone accolte alla fine del servizio sono tornate nella loro condizione di difficoltà senza dimora, con il rammarico che forse un tempo un po’ più lungo sarebbe stato necessario per accompagnarle fino a una soluzione definitiva. Il desiderio è quello di poter offrire un servizio continuativo per tutto l’anno: ci stiamo impegnando sia per la raccolta fondi necessaria a sostenere i costi del servizio, sia per la formazione di un gruppo di lavoro che coinvolga vari soggetti (centro di ascolto della Caritas, servizio educativo, servizi sociali comunali, associazione attive in ambito caritativo) che collaborino e condividano le modalità per accompagnare le persone accolte verso percorsi concreti di ripartenza".

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