Curiosità

Ballottaggio, spopola sui social lo sfottò "Ciao Azzi"

Omar Stellacci ha pubblicato su YouTube una canzone in cui prende in giro il candidato sconfitto a Saronno, Rienzo Azzi.

Ballottaggio, spopola sui social lo sfottò "Ciao Azzi"
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Dopo il ballottaggio, che ha decretato la vittoria di Ilaria Pagani come sindaco di Saronno e con essa la fine della campagna elettorale, la provocazione continua anche sui social, dove sta diventando virale il video della canzone sfottò "Ciao Azzi" che prende in giro il candidato del Centrodestra, Rienzo Azzi, che è uscito sconfitto.

Ballottaggio, spopola sui social lo sfottò "Ciao Azzi"

La canzone e il video sono a firma di Omar Stellacci, che ha costruito lo sfottò giocando sulle rime con il cognome Azzi, accostato a "palazzi”, “Materazzi”, “pupazzi”, “razzi” e "Tafazzi", iconico personaggio comico di "Mai dire Goal", interpretato da Giacomo del trio "Aldo, Giovanni e Giacomo".

Non mancano poi doppi sensi sulla rima in "-azzi" e riferimenti alla politica locale, come all'ex sindaco Augusto Airoldi, che non ha avuto accesso al ballottaggio.

La risposta di Rienzo Azzi

Il candidato del Centrodestra, ora consigliere d'opposizione, non è rimasto indifferente e ha risposto avvalendosi dell'intelligenza artificiale dando vita a un vero e proprio "dissing", che ha poi condiviso sulla pagina di Stellaci per essere certo che recepisse il messaggio.

CASTELLI IN ARIA
Risposta in rima alle note stonate (e di cattivo gusto) di tal Marco Castelli che si fa chiamare con l'anagramma Omar Castellacci.
"Omar, l’Illuso (con velleità di musa)
Canti stonato, convinto d’incanto,
con quella voce che sa più di pianto.
Ti credi profondo, ma sembri sfasato,
un vinile graffiato, mai restaurato.
Negli anni Settanta forse eri un re,
oggi sembri un meme che gira sul web.
Fuggi il lavoro, la noia, il dovere,
ma così la fame bussa al sedere.
Oh Omar, che parli di vita e di arte,
ma sembri uno spot di quattro riparte.
Il sudore ti schifa, la fatica ti offende,
mentre io stringo i denti e non chiedo le mende.
E se ti serviva un po’ di notorietà,
potevi chiamarmi, con sincerità.
Un colpo di telefono, nulla di strano…
invece hai usato perfino il mio nome… invano.
Se volevi salire su un palco più alto,
potevi dirlo, senza sto salto.
Che l’amico si chiama, si guarda negli occhi,
non si infila nei versi come fanno i pinocchi.
Ma resta pure lassù, tra nuvole e fumo,
a cercare l’applauso tra l’eco e il consumo.
Io resto quaggiù, con fatica e rispetto,
tu resta l’artista... nel tuo sogno negletto".
A cura del Rienzo Azzi Fans Club
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