A Casa di Marta con il progetto Emergenza freddo si aiuta chi ha bisogno
L'obiettivo è che questo servizio possa essere un presidio stabile per tutto l'anno, per perseguire, come sottolineato dal prevosto Monsignor Giuseppe Marinoni, "il sogno che non vi sia più bisogno".
E' stato presentato a Casa di Marta a Saronno il progetto che da quattro anni viene portato avanti, e che verrà presto ampliato, per aiutare chi vive in una condizione di povertà tale da non avere una dimora.
In aiuto di chi ha bisogno
"Emergenza freddo", così era stata battezzata nel 2021 l'iniziativa che vedeva Casa di Marta aprire le sue porte, da dicembre a marzo, ai senzatetto, in un'esperienza di collaborazione con il Comune di Saronno, l'ambito distrettuale del saronnese, la comunità parrocchiale e la cooperativa Intrecci.
La finalità dell'iniziativa è quella di dare una risposta al bisogno primario di avere un luogo accogliente per il riposo, per la cura personale e un'opportunità di accompagnamento sociale: spesso accade, infatti, che chi entra nel dormitorio venga poi anche seguito nella prenotazione di visite e cure mediche o nelle pratiche per poter accedere ai servizi di diritto. L'auspicio è proprio che Casa di Marta possa essere per qualcuno una vera e propria "ripartenza".
Disponibilità per 12 persone
Anche quest'anno, l'equipe di educatori e operatori coinvolti seleziona di volta in volta le persone più in difficoltà per dare loro l'opportunità di decidere se usufruire del servizio del dormitorio comunale presso i locali di Casa di Marta, che ha riservato alcuni spazi - con letti, comodini e bagni - per l'ospitalità dalle 19 alle 8 del mattino. La prima novità di quest'anno è che contemporaneamente possono essere accolte 12 persone e la seconda è che, all'interno della struttura, è stato ricavato un angolo cottura per scaldare il cibo e prepararsi la colazione prima di lasciare la struttura.
L'obiettivo è renderlo un presidio stabile
Ma non è tutto: l'Amministrazione, Fondazione Casa di Marta e la Comunità Pastorale hanno, infatti, anticipato di essere al lavoro perché questo servizio possa essere un presidio stabile per tutto l'anno, per perseguire, come sottolineato dal prevosto Monsignor Giuseppe Marinoni, "il sogno che non vi sia più bisogno".