Aiuta una donna di 51 anni a realizzare il suo sogno, quello di morire
Claudio Stellari, lainatese, ha accompagnato Ines, in Svizzera per effettuare il suicidio assistito negato in Italia
«Finalmente realizzo il mio sogno. Smetto di soffrire anche se avrei voluto morire in Italia e non qui in Svizzera» Sono state queste le ultime parole pronunciate da Ines, nome di fantasia, una donna di 51 anni residente in Provincia di Mantova, che grazie al rhodense, molto conosciuto anche a Lainate, Claudio Stellari attivista dell’associazione Soccorso civile, che l’ha accompagnata in Svizzera, ha potuto effettuare il suicidio assistito.
Malata di Sclerosi multipla da 17 anni da 9 era su una sedia a rotelle
Malata da 17 malata di sclerosi multipla, da nove su una sedia a rotelle, peggiorata dopo il 2018 coi dolori del disturbo del trigemino e la vescica neurologica a renderla totalmente dipendente dal marito Ines ha espresso più volte, tramite l’avvocato Filomena Gallo dell’associazione Luca Coscioni, il desiderio di effettuare il suicidio assistito.
Da mesi organizzava le sue giornate in funzione di questo giorno
«Ines da mesi organizzava le sue giornate in funzione di questo giorno (il suicidio assistito è avvenuto nei giorni scorsi n.d.r) - racconta Claudio Stellari che da giugno l’aiutava a organizzare il viaggio cui lei ha sperato di rinunciare fino all’ultimo, per poter morire in Italia - Era serena, determinata. È del 10 maggio la prima raccomandata alla sua Asst di residenza per chiedere di accedere al suicidio medicalmente assistito reso legale da una sentenza della Corte Costituzionale (242 del 2019, sul caso Cappato-Dj Fabo) Aveva tutti i requisiti», sottolinea l’avvocata Gallo, compreso l’essere sottoposta a «trattamenti di sostegno vitale» tra i quali il catetere è incluso da una sentenza più recente della Consulta, la 135 del 2024, che stabilisce anche che le autorità sanitarie devono attivarsi «prontamente» per verificarli.
Dopo essere stata rimbalzata dalla Asst ha deciso di andare in Svizzera a morire
Invece Ines, dopo esser stata rimbalzata dall’Asst all’Ats, dopo due diffide legali e due visite di medici diversi, era ancora in attesa: «La scorsa settimana ci hanno risposto che la relazione medica è stata inviata al comitato etico». Intanto erano passati 80 giorni e lei ha deciso di andare in Svizzera, chiarisce Marco Cappato, responsabile legale di Soccorso civile, 40 iscritti e 13 “disobbedienti“ che dopo Fabo hanno accompagnato altri sette malati a morire in Svizzera.Inclusa Ines, per la quale, per la prima volta, «non ci autodenunceremo – spiega Cappato –, perché le sue condizioni erano state verificate. Naturalmente siamo a disposizione dell’autorità giudiziaria».